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PMI E INDUSTRIA 4.0

5 errori da non commettere nel processo di trasformazione digitale

La transizione da un’impresa tradizionale a un’impresa dell’industria 4.0 non è semplice. Alcuni errori potrebbero compromettere il processo di digitalizzazione

Trasformazione digitale Fonte foto: Shutterstock

Il processo di trasformazione digitale di un’impresa tradizionale, sia essa di grande o piccole dimensioni, presuppone la capacità di ottenere il massimo dei vantaggi offerti dalle varie soluzioni digitali per tutti gli elementi che compongono la catena produttiva dell’impresa stessa.

Non sempre, però, le cose vanno per il verso giusto o come preventivato. Non tutte le aziende, infatti, hanno conoscenze a sufficienza e personale preparato adeguatamente per affrontare la trasformazione digitale senza colpo ferire. Anzi: può capitare che, colti dalla frenesia di non perdere il treno dell’industria 4.0, ci si affidi al fai da te, producendo più danni che risultati. Come detto, infatti, non tutte le aziende sono pronte per la trasformazione digitale e, mal consigliate, intraprendono dei processi che non portano affatto a una trasformazione reale, men che meno digitale. Cinque errori, in particolare, possono essere particolarmente controproducenti.

Non incorporare gli strumenti digitali in tutte le fasi del processo produttivo

Affinché si riesca a ottenere un processo di trasformazione digitale completo, è necessario che gli strumenti digitali di gestione siano adeguatamente distribuiti lungo tutta la catena produttiva. Il più grande errore solitamente commesso è quello di limitare i cambiamenti digitali agli aspetti più propriamente tecnologici, tralasciando gli altri. In questo modo, invece, si azzoppa in partenza la trasformazione digitale, rendendola automaticamente monca.

Adozione parziale

Nel corso del processo trasformativo, alcune aziende preferiscono implementare gli elementi digitali solamente all’interno di alcuni dipartimenti, come ad esempio quello marketing o di gestione logistica. La rivoluzione digitale, invece, deve riguardare l’intera azienda, così da poter aver dati più precisi sul rapporto costi/benefici dell’implementazione e agire di conseguenza.

Paragonarsi con aziende digital native

Un altro dei grandi errori che si commette quando si sta per dare il là al processo di trasformazione digitale è quello di fare paragoni tra aziende tradizionali e imprese digital native. La metodologia per progettare e creare un’azienda digitale è completamente differente rispetto a quella che porta alla trasformazione di una tradizionale: cercare di applicare i modelli dell’una all’altra è un errore che può costare molto caro.

Non tener conto delle dimensioni dell’azienda

Non tutte le trasformazioni digitali sono uguali. Come già detto, sia imprese di grandi dimensioni sia piccole e medie imprese possono intraprendere il cammino della digitalizzazione della produzione, applicando però progetti e modelli differenti. Quando si sta per iniziare il percorso, dunque, si dovranno tenere in considerazione le dimensioni dell’azienda e dei vari reparti che la compongono: solo in questo modo si conosceranno i reali bisogni dei vari dipartimenti e si riuscirà a progettare la trasformazione in maniera adeguata.

Non consultare esperti del settore

Tutto il processo di modifica e trasformazione, però, non si riduce alla mera applicazione di una metodologia o di un progetto “standard”. Ogni realtà produttiva ha realtà a sé stanti e, come tale, deve essere trattata in maniera differente. Per evitare di commettere errori marchiani e compromettere il processo di trasformazione digitale della fabbrica è necessario l’intervento di un consulente/formatore che accompagni sia i tecnici addetti all’ammodernamento degli impianti sia quei dipendenti che necessitano di adeguata formazione e preparazione.