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Malattie rare, cure economiche con il laboratorio hi-tech portatile

Una nuova scoperta tecnologica trasforma un laboratorio per i trattamenti di terapia genica in una semplice scatola in grado di lavorare in maniera autonoma

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Malattie rare, cure economiche con il laboratorio hi-tech portatile Fonte foto: MIT

Con il termine terapia genica si intende l’inserzione di materiale genetico (DNA) all’interno delle cellule al fine di poter curare delle patologie. È un metodo molto innovativo ma ancora sperimentale e caro. Eppure ora una nuova scoperta tecnologica potrebbe abbassare i costi e allargare il suo utilizzo.

La terapia genica viene usata in diverse patologie. Spesso è usata nei malati di cancro per proteggerli dagli effetti della chemioterapia, mentre in Francia con questo metodo è stato curato un ragazzo con anemia falciforme. I costi però sono ancora troppo alti, in più i centri specializzati sono dislocati sono in poche città al mondo. Come Parigi, New York o Milano. La ricercatrice Jennifer Adair però dichiara di aver testato con buoni risultati una nuova tecnologia che potrebbe “democratizzare” l’accesso alla terapia genica. La ricerca è stata condotta per trovare una cura all’HIV.

Come funziona la terapia genica hi-tech

Si tratta di un piccolo laboratorio mobile, con le ruote, che analizza i risultati senza necessità di grandi esperti o centri di ricerca. A vederlo non sembra uno strumento così sofisticato, tanto che Adair lo ha definito Lab-in-a-Box, letteralmente un laboratorio in scatola. Eppure svolge perfettamente il suo compito. È stato pensato con questa forma poiché l’obiettivo è quello di portarlo nei Paesi africani meno sviluppati dove l’HIV è una vera e propria piaga sociale.

Trattamento per il cancro

Oltre alla facilità di trasporto questo strumento sarà probabilmente utilizzato per un nuovo tipo di terapia genica, ovvero la cosiddetta CAR-T. Questa riprogramma il DNA del sistema immunitario, e in particolare delle cellule sentinelle chiamate T, in modo che attacchino i tumori. Strumenti simili a Lab-in-a-Box potrebbero dare una grossa mano allo sviluppo di questa terapia in maniera automatizzata. Una mancanza che fino ad ora ha bloccato la ricerca anche alle case farmaceutiche più potenti del mondo. E lo strumento adatto in effetti ci sarebbe e si chiama Prodigy, della tedesca Miltenyi. Si tratta però di un macchinario fisso, che pesa oltre 150 chili. Lo strumento costa circa 150.000 dollari, e un kit per elaborare le cellule di un paziente costa altri 12.000 dollari. A breve sarà usato dai medici di Londra per il trattamento di pazienti affetti da tumore. L’obiettivo è quello di rendere meno elitario lo strumento. La speranza è quella che i progressi multipli nello stesso campo portino presto anche a dispositivi meno cari e mobili in grado di svolgere gli stessi compiti.

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