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Cyberbullismo, scende in campo il Garante per la privacy

Il documento cerca di sensibilizzare famiglie, scuole e studenti in materia di dati personali, soprattutto dopo i numerosi casi di cronaca

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Cyberbullismo, scende in campo il Garante per la privacy Fonte foto: Shutterstock

È proprio il caso di dire che la privacy arriva sui banchi di scuola. Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato un vademecum dal titolo “La scuola a prova di privacy” rivolto a istituzioni, famiglie e studenti.

Un documento resosi particolarmente necessario soprattutto dopo i numerosi casi di cyberbullismo e sexting che sono nati proprio all’interno delle aule e che in alcuni casi hanno avuto conseguenze drammatiche. Con il vademecum il Garante punta, quindi, a delineare i comportamenti da tenere quando si tratta di gestire informazioni personali e dati sensibili, soprattutto all’interno di una società fortemente connessa, dove basta premere un tasto per distruggere la vita ad una persona. Il documento è diviso in più parti e tocca diversi temi che vanno dalla gestione dei dati degli studenti da parte delle scuole, all’utilizzo di smartphone e tablet durante le lezioni, all’identità digitale e alla videosorveglianza.

Regole Generali

Nella prima parte “Regole Generali”, il Garante per la privacy descrive il diritto che hanno gli studenti e le famiglie di conoscere il modo in cui le scuole, pubbliche e private, trattano e conservano i loro dati personali. Secondo quanto si legge nel documento, gli istituti hanno l’obbligo di comunicare agli “interessati quali dati raccolgono, come li utilizzano e per quale fine”. In caso di violazione della privacy, la persona coinvolta può presentare una segnalazione o un reclamo presso il Garante.

Vita dello studente

La seconda parte “Vita dello studente” sottolinea, invece, gli obblighi che le scuole hanno quando devono maneggiare una serie di informazioni sensibili che vanno dall’iscrizione scolastica, ai temi in classe, ai voti degli esami e delle prove, fino ad arrivare alla mensa. Secondo il Garante per la protezione dei dati personali le scuole devono fare attenzione a non divulgare, ad esempio sul proprio sito internet, informazioni non rilevanti ed estremamente sensibili (stato di salute della persona, condizioni economiche, razza, orientamento sessuale).

Mondo Connesso e Nuove Tecnologie

Stop al bullismoFonte foto: Shutterstock

Stop al bullismo

La sezione “Mondo Connesso e Nuove Tecnologie” tocca direttamente gli studenti e, in modo particolare, cerca di richiamare l’attenzione sui rischi, anche drammatici, che la tecnologia può avere sulla vita delle persone. Come si legge sul vademecum, “i giovani devono essere consapevoli che le proprie azioni in rete possono produrre effetti negativi anche nella vita reale e per un tempo indefinito. Troppi ragazzi, insultati, discriminati, vittime di cyberbulli, soffrono, possono essere costretti a cambiare scuola o, nei casi più tragici, arrivare al suicidio”. In questi casi, il Garante per la privacy invita gli studenti a informare la famiglia e la scuola e a non aspettare che l’evento peggiori.

Pubblicazione Online e Videosorveglianza

Infine negli ultimi due capitoli si parla di trasparenza, pubblicità e di videosorveglianza.  Nel primo caso il Garante ricorda che la scuola ha l’obbligo di non rendere pubbliche informazioni sensibili che dovrebbero restare riservate e di non mantenere online i dati oltre il tempo consentito. È il caso, ad esempio, delle graduatorie scolastiche. Nella sezione “Videosorveglianza e altri casi”, il Garante per la protezione dei dati personali detta le regole per quanto riguarda l’utilizzo di sistemi di registrazione. Le telecamere devono essere debitamente segnalate e attivate solo nelle aree soggette ad atti vandalici e a furti e accese esclusivamente negli orari in cui la scuola è chiusa.