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Netflix, guai in vista: richiesta risarcimento danni per i download

La piattaforma video streaming avrebbe infranto un vecchio brevetto in cui viene descritta una tecnologia per la duplicazione di contenuti digitali

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Netflix, guai in vista: richiesta risarcimento danni per i download Fonte foto: Marc Bruxelle / Shutterstock, Inc.

Guai in vista per Netflix. Dopo appena due mesi da quando il gigante dei contenuti video in streaming ha introdotto il download di film e video, arrivano le prime citazioni in giudizio. Motivo della disputa? L’azienda americana avrebbe violato un brevetto registrato nel 2000.

A portare la piattaforma video davanti la corte americana non sarà una delle major hollywoodiane, ma Blackbird Technologies, una società poco nota nel settore ma proprietaria di diversi brevetti. Blackbird è nata proprio con lo scopo di acquisire i diritti di alcuni brevetti e intentare cause a chiunque violi questi diritti. Ed è quello che è successo anche nel caso che coinvolge Netflix. Secondo Blackbird Technologies, la piattaforma video streaming avrebbe infranto un vecchio patent in cui viene descritta una tecnologia per la duplicazione di contenuti digitali. La colpa di Netflix? Permettere ai suoi utenti di scaricare e guardare i contenuti offline.

La colpa è del download

A quanto pare la scure si è abbattuta anche su altre aziende, tra cui troviamo pure Vimeo, un’altra piattaforma video streaming. La ragione è sempre la stessa: sono proprietari di un’applicazione che consente lo streaming anche senza connessione. Se si guarda bene al brevetto, l’accusa mossa da Blackbird Technologies è decisamente un po’ strana. Nel patent, come detto registrato nel 2000, si parla infatti di un sistema di duplicazione di materiale scaricato da internet. Al centro della tecnologia c’era una macchina per scrittura dei CD-R (in altre parole un masterizzatore) che riceva il materiale da internet e lo “scriveva” sul supporto ottico. Successivamente, il CD veniva inviato all’interno di una sorta di box per la spedizione.

Una decisione bizzarra

La domanda a questo punto, come diceva qualcuno, sorge spontanea: cosa ha a che fare il brevetto con lo streaming di Netflix? Il sistema dell’azienda americana di contenuti video violerebbe il brevetto nel punto in cui si parla di un metodo computerizzato per la duplicazione di dati. L’idea dell’autore del patent era quella di creare un sito internet in cui il materiale scelto dall’utente veniva spedito in automatico senza l’intervento umano. Strano, considerando che Netflix già da tempo, prima di diventare una piattaforma streaming, aveva un servizio simile.