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SICUREZZA INFORMATICA

Google: in aumento i siti che hanno subito un attacco hacker nel 2016

Google racchiude gli attacchi in tre categorie e invita i webmaster a utilizzare il Search Console per eliminare le intromissioni

Google: in aumento i siti che hanno subito un attacco hacker nel 2016 Fonte foto: Shutterstock

Il 2016, come riportano alcune ricerche, è stato l’anno peggiore per la sicurezza informatica. Secondo quanto sostiene Google, in un blogpost pubblicato online, nel 2016 il numero di siti internet violati dagli hacker è cresciuto del 32% rispetto al 2015.

Dati che si aggiungono a quelli resi noti da altri istituti e aziende esperte in soluzioni di cybersecurity. Nel 2016 i pirati informatici non hanno risparmiato neanche i dispositivi mobili. Su Android, ad esempio, il numero di ransomware, il virus del riscatto, è aumento del 50%. Attacchi che, come suggeriscono altre previsioni, nel 2017 saranno destinati a mietere più vittime. Anche a causa degli strumenti sempre più sofisticati utilizzati dai cybercriminali. A peggiore la situazione poi c’è la diffusione massiccia degli oggetti sempre connessi dell’Internet of Things, mezzi preferiti dagli hacker per assestare le loro perfide intromissioni.

Come colpiscono gli hacker

Tornando all’aumento dei siti hackerati, Google afferma che purtroppo gli attacchi non si fermeranno. L’azienda californiana ha racchiuso le violazioni informatiche in tre categorie: Gibberish Hack, Japanese Keywords Hack e Cloaked Keywords Hack. Partiamo a descrivere la prima. Questa forma di infezione crea molte pagine con frasi senza senso nel cui interno ci sono alcune parole chiavi del sito colpito. I risultati vengono mostrati su Google Search. Così gli utenti, convinti di aprire il sito compromesso, vengono invece reindirizzati su altre pagine web, come i siti porno.

Hacker proprietari del sito che attaccano

I Japanese Keywords Hack, come si può intuire anche dal nome, creano delle pagine in giapponese sui siti hackerati. Le pagine contengono link a siti che vendono prodotti contraffatti. E a volte gli hacker riescono anche a penetrare nella Search Console, nominandosi proprietari del sito. Nella terza categoria rientrano invece quegli attacchi che, come i primi, creano pagine con frasi senza senso, immagini e links. In queste tipologie di attacchi, gli hacker nascondono il contenuto malevolo, facendo apparire la pagina colpita come quella originale.

Google comunque consiglia ai webmaster di iscrivere il proprio sito nella Search Console. In questo modo potranno ricevere un avviso in caso di attacco hacker e chiedere poi a Google di effettuare un controllo.

Come difendersi dagli attacchi hacker

Cliccando sui link che seguono, invece, potrete scoprire  suggerimenti, alcuni più tecnici altri più alla portata di tutti, riguardanti la sicurezza informatica e scoprire le tipologie di attacchi più comuni: dagli attacchi DDoS al phishing, passando per le botnet.