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IPhone illegale? Niente paura, la legge dice un’altra cosa

Il ddl Quintarelli non farà diventare l'iPhone illegale, ma velocizzerà solamente l'iter per sanzionare le aziende che danneggiano il consumatore

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IPhone illegale? Niente paura, la legge dice un’altra cosa Fonte foto: chainarong06 / Shutterstock.com

Nessuno stop alle vendite dell’iPhone in Italia. Dopo il putiferio scaturito dall’approvazione alla Camera del disegno di legge Quintarelli sulla neutralità della Rete e delle piattaforme, è necessario fare un po’ di chiarezza e smentire le voci uscite in un primo momento.

Da una prima lettura del ddl che porta la firma del deputato dei Civici e Innovatori Stefano Quintarelli in molti avevano pensato che per iPhone e iPad erano in arrivo tempi duri. A scatenare la querelle è stato l’articolo 4 del disegno di legge, frutto di un emendamento del Movimento Cinque Stelle, che afferma “il diritto di reperire in linea, in formato idoneo alla piattaforma tecnologica desiderata, e di utilizzare a condizioni eque e non discriminatorie software, proprietario o a sorgente aperta, contenuti e servizi leciti di loro scelta”.

La legge vorrebbe permettere a qualsiasi utente di reperire online le applicazioni e il sistema operativo da installare sul proprio dispositivo e di rimuovere i programmi che non sono utili alle proprie necessità. Una filosofia che sembrerebbe essere contraria a quella utilizzata da Apple.

Cosa dice il ddl Quintarelli

A una prima lettura sembrerebbe mettere dei paletti ai dispositivi Apple, che utilizzano un sistema operativo che non permette di installare applicazioni provenienti al di fuori dell’App Store, a meno che non si utilizza lo strumento del jailbreak (vietato, però, dall’azienda di Cupertino). In realtà l’articolo 4 non fa diventare l’iPhone illegale, come annunciato inizialmente da alcuni esperti del settore. Infatti, l’articolo 4 continua affermando che “Gli utenti hanno il diritto di disinstallare software e di rimuovere contenuti che non siano di loro interesse dai propri dispositivi, salvo che tali software siano previsti come obbligatori da norme imperative o siano essenziali per l’operatività o per la sicurezza del dispositivo, delle reti pubbliche di comunicazioni alle quali si connette o dei dati gestiti dal dispositivo”. In parole semplici, se un’applicazione reca danno al dispositivo, l’azienda ne può bloccare la commercializzazione.

Gli iPhone diventano illegali?

In realtà nessun dispositivo diventerà illegale se il disegno di legge verrà approvato anche dal Senato (anche se al momento i dubbi sono molti). La legge vuole solamente affermare la neutralità della Rete e la “non-discriminazione” delle piattaforme. E Apple sotto questo punto sembrerebbe al riparo, dando la possibilità agli utenti di installare delle applicazioni alternative a quelle offerte di defualt dal suo sistema operativo (ad esempio, se voglio monitorare i dati raccolti durante la passeggiata al parco, non sono obbligato a utilizzare l’app Salute, ma posso usare anche altre applicazioni disponibili sullo store online).

L’unico software che la momento potrebbe diventare illegale è il nuovo sistema operativo Windows 10 S, che obbliga gli utenti a utilizzare Bing ed Edge, andando in conflitto con quanto previsto dal disegno di legge Quintarelli.

Sanzioni più veloci

Ascoltando le parole di Stefano Quintarelli, il discorso scaturito dall’approvazione del disegno di legge alla Camera, è totalmente decentrato rispetto al cuore della norma. Infatti, l’obiettivo della legge è rendere più veloci le sanzioni alle aziende che praticano azioni discriminatorie e che danneggiano il consumatore. Un modo, insomma, per aiutare l’Antitrust nel suo lavoro quotidiano. L’articolo 4 non è stato altro che un pretesto per togliere l’attenzione sul vero focus del disegno di legge.