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Le protesi del futuro saranno controllate con il Bluetooth

Una ricerca olandese ha realizzato delle protesi che vengono fissate al corpo del paziente e che possono essere controllate con la mente grazie al Bluetooth

Le protesi del futuro saranno controllate con il Bluetooth Fonte foto: Shutterstock

Fino ad oggi sembrava un concetto da fantascienza, eppure i progressi tecnologici sono arrivati a generare una protesi applicabile al corpo del paziente e controllabile direttamente con il pensiero. Un po’ come nei film di fantascienza quando una parte robotica viene applicata a un umano.

La verità è che la maggior parte di noi dà per scontate le potenzialità del nostro cervello e la sua importanza nel nostro movimento. Per anni gli scienziati hanno provato a sfruttare questa capacità per generare delle nuove protesi in grado di rivoluzionare la vita delle persone che hanno perso un arto. Purtroppo, però, il problema principale era quello di collegare il cervello alla protesi con interventi troppo invasivi. In Olanda, però, hanno realizzato delle protesi, chiamate Click-on, che si applicano ai nervi del paziente e si collegano via Bluetooth con il cervello. Il risultato finale è una protesi fissa che il paziente può gestire con la mente.  

Come funzionano le protesi Click-on

I primi risultati positivi si sono visti su Johan Baggerman, un uomo olandese che in seguito a un incidente d’auto ha perso il braccio nel 2010. Click-on ha permesso al paziente di evitare di usare le protesi a incastro che possono scivolare e diventare pericolose. Le protesi click-on si collegano al corpo attraverso una barra metallica, che viene chirurgicamente attaccata all’osso del paziente. Un secondo intervento sarà necessario per collegare la parte esterna della protesi con quella interna. In un terzo intervento i medici insegnano al paziente a utilizzare la protesi con la sua mente. Il chirurgo plastico a questo punto eseguirà una procedura nota come Targeted Muscle Reinnervation (TMR). Questo serve per usare i muscoli come amplificatori nervosi. E proprio qui che entra in gioco il Bluetooth che serve per dare gli impulsi.

Fasi finali

Dopo il recupero dall’intervento chirurgico, il paziente deve essere sottoposto a un periodo di terapia fisica per rinforzare i muscoli della parte superiore del braccio. Alla fine, un elettrodo ad anello chiamato Myoband viene attaccato al braccio come se fosse un braccialetto. Myoband rileva l’impulso dei muscoli e invia i segnali via Bluetooth al piccolo computer di bordo presente nella mano della protesi. Se il paziente pensa di chiudere la mano grazie agli impulsi la protesi riceverà il segnale ed eseguirà l’azione. Al momento solo pochi pazienti al mondo hanno ricevuto queste nuove protesi controllate mentalmente. Questo genere di innovazione, infatti, è ancora costosa e non disponibile per tutti. Anche se i ricercatori fanno sapere che a breve ci saranno delle graduatorie tra i vari pazienti per capire chi necessità o meno di questo intervento.

 

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