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Realtà virtuale in aiuto degli anziani: potrebbe prevenire le cadute

Studiosi dell’Università della Carolina del Nord stanno testando visori VR e ambienti virtuali per individuare in anticipo problemi di equilibrio

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Donna anziana caduta Fonte foto: Shutterstock

Con la sua abilità di teletrasportare gli utenti in ambienti nuovi e completamente estranei, o di farli vestire i panni di qualcun altro ogni volta che vogliono, la realtà virtuale è capace di cose piuttosto incredibili. Ma se pensate che VR faccia rima solo con svago e divertimento vi sbagliate.

Studiosi della University of North Carolina – Chapel Hill e della North Carolina State University stanno utilizzando dei visori a realtà virtuale per aiutare gli anziani e persone con malattie neurodegenerative a evitare cadute che potrebbero compromettere la loro mobilità o, nei casi più gravi, portare al loro decesso. L’idea dei ricercatori statunitensi è che, grazie a visori VR e ambienti virtuali programmati appositamente, è possibile individuare in anticipo problemi di equilibrio che, nel giro di qualche anno, potrebbero portare a cadute disastrose. Ciò permette, dunque, di agire per tempo e tentare di porre riparo.

Flusso visivo disturbato

Per provare le loro ipotesi, i ricercatori delle due università della Carolina del Nord hanno realizzato dei video a 360 gradi caratterizzati da un flusso visivo disturbato. Nel corso del test, i pazienti hanno dovuto camminare su di un normale tapis roulant di fronte a un grandissimo schermo curvo, necessario per simulare un ambiente che somigliasse il più possibile alla realtà. Nel corso della loro “passeggiata”, il flusso visivo viene disturbato per simulare una caduta o una perdita di equilibrio: grazie a sensori presenti sul corpo e telecamere distribuite tutt’attorno nell’ambiente di “testing”, gli scienziati sono stati in grado di valutare la capacità dei pazienti di reagire per tempo.

Dati fondamentali per comprendere se i pazienti mostrano difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio altrimenti non rilevabili e che, in alcuni casi, hanno permesso a equipe mediche di intervenire per tempo, con cure e terapie ad hoc.