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Russia, la legge contro i software USA cancella Microsoft Outlook

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Russia, la legge contro i software USA cancella Microsoft Outlook Fonte foto: Shutterstock

In quella che è stata definita la guerra fredda 2.0. tra Russia e Stati Uniti si aggiunge un nuovo capitolo: Mosca è pronta infatti a estromettere dalle istituzioni governative la maggior parte dei software e dei dispositivi tecnologici prodotti da aziende americane.

E la prima corporation occidentale a farne le spese potrebbe essere Microsoft. Il Cremlino infatti sarebbe pronto a eliminare Outlook da circa 600 mila computer governativi. Una decisione che, se verrà realmente attuata, rischia di compromettere gli interessi economici in Russia di Redmond. La piattaforma office dell’azienda californiana comincerà infatti a essere sostituita da MyMail, un software prodotto da una società russa. La mossa in realtà era nell’aria già da tempo, da quando esattamente il governo sovietico ha deciso di spingere il mercato interno. Nel 2015 il Cremlino infatti ha approvato una legge che obbliga le istituzioni a comprare prodotti da aziende locali.

La nuova legge a favore dell’hi-tech russo

L’ex governo sovietico è sempre più convinto di puntare sul made in Russia, come conferma il provvedimento entrato in vigore da gennaio 2016. La legge però vincola il settore pubblico ad affidarsi a soluzioni domestiche solo in presenza di alternative ai software e ai dispositivi realizzati da società esterne. Le organizzazioni statali possono continuare a comprare programmi e servizi prodotti da venditori non russi. Sebbene infatti il mercato dell’hi-tech russo sia in crescita – soprattutto grazie agli sforzi del Cremlino – non ci sono ancora delle valide scelte con cui sostituire i software stranieri. Questo significa che nel breve periodo gli interessi dei grandi colossi americani non saranno toccati, come inoltre dimostra l’accordo da 21 milioni di dollari tra Microsoft e la società pubblica Rostelecom.

Interessi economici, ma soprattutto politici

Dietro a questi provvedimenti si nasconde anche un’altra ragione. Ci sono infatti degli interessi soprattutto politici che negli ultimi anni hanno spinto la Russia a distaccarsi dalla tecnologia occidentale. In quella che è diventata una guerra tecnologica – come dimostrano i continui attacchi hacker che i due paesi denunciano di aver subito dall’altro –  la Russia teme che la tecnologia “estera” possa aiutare il blocco occidentale a infiltrarsi nei suoi sistemi informatici. Da qui l’esigenza di cambiare. Alcuni mesi fa, ad esempio, l’azienda finlandese Jolla Sailfish aveva annunciato che il Cremlino avrebbe sostituito i sistemi operativi americani con Sailfish, l’OS che Nokia voleva usare per sfidare Android.