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Tecnologia wearable nello sport, vietata come il doping

Smartwatch e sensori potrebbero alterare le prestazioni degli atleti: per questo motivo tutti i principali sport stanno regolamentando l’uso dei wearable

Tecnologia wearable nello sport, vietata come il doping Fonte foto: Shutterstock

FIFA, NBA (la lega statunitense di basket), NFL (la lega statunitense di football americano), MLB (la lega statunitense di baseball) e la PGA (l’associazione che organizza il tour statunitense di golf) si sono unite in una lotta comune: regolamentare l’utilizzo dei wearable durante le gare.

Sport e tecnologia sono sempre andati a braccetto. Per migliorare le prestazioni degli atleti, gli allenatori e i preparatori hanno da sempre utilizzato dispositivi tecnologici: i primi software per l’analisi degli allenamenti furono usati nel calcio addirittura nei primi anni novanta. Con il tempo la tecnologia si è evoluta e lo hanno fatto anche i dispositivi da utilizzare nello sport: sono diventati sempre più piccoli e a misura d’atleta. Smartwatch, wearable e smartband fanno oramai parte del kit di allenamento di qualsiasi giocatore: l’analisi dei dati raccolti tramite i sensori permette di stabilire la forma fisica dell’atleta e se è a rischio infortunio.

L’utilizzo indiscriminato della tecnologia ha costretto le principali leghe internazionali a correre ai ripari e a mettere un freno all’uso dei wearable durante le gare ufficiali. Ogni lega ha stabilito delle regole che i team professionistici devono rispettare: la tecnologia è accettata, ma è necessario rispettare alcuni parametri. Altrimenti si può assimilare al doping.

Fifa

La Fifa, il massimo organo internazionale che gestisce il mondo del calcio, è dal 2015 che non si esprime più sull’utilizzo dei wearable in campo. Insieme all’associazione dei portieri ha deliberato che i giocatori possono utilizzare durante le partite dei dispositivi elettronici che tengono sotto controllo la loro attività. Ma con delle limitazioni. I wearable devono rispettare alcuni requisiti che garantiscono l’incolumità dell’atleta. I dispositivi più usati sono soprattutto delle canotte che raccolgono i dati sulle prestazioni atletiche e sui chilometri percorsi in campo. Gli stessi wearable sono utilizzati dalle società durante gli allenamenti. Tutti i dati raccolti vengono analizzati da un data scientist che aiuta il preparatore atletico nell’elaborare un piano di allenamento personalizzato per ogni giocatore. I dati raccolti, però, non possono essere utilizzati in real time, ma solamente nel post-gara per analizzare la performance dei calciatori.

NBA

La National Basketball Association ha vietato l’utilizzo dei wearable durante la partita. La NBA è una delle leghe più avanzate e permissive sotto il punto di vista dell’utilizzo della tecnologia, ma ha vietato l’uso dei wearable e della raccolta dei dati durante le gare per un motivo molto semplice: le informazioni raccolte potevano essere utilizzate dalle squadre o dai giocatori durante il rinnovo del contratto per proporre o richiedere degli stipendi più alti o più bassi. I dispositivi tecnologici sono ammessi solamente durante gli allenamenti.

MLB

Per i non esperti del settore, la MLB è la lega di baseball più importante al mondo. E si rivela anche uno dei campionati più aperti all’utilizzo della tecnologia. Nel 2016 è stato dato il via libera all’utilizzo di sensori che monitorano i parametri vitali degli utenti e i dati raccolti possono essere utilizzati anche durante la partita. Un utilizzo così elevato della tecnologia, però, ha permesso ai Boston Red Sox di utilizzare gli Apple Watch per capire gli schemi dei propri avversari (New York Yankees). Gli assistenti della squadra riprendevano con una telecamera i segnali che si scambiavano i giocatori dei New York Yankees, gli analizzavano con i propri software e mostravano sullo schermo dell’Apple Watch come avrebbe battuto il lanciatore. Un utilizzo abbastanza spinto della tecnologia, che sicuramente andrà regolato.

NFL

Altra lega che ha permesso l’utilizzo dei wearable durante le gare è la NFL. I dati raccolti tramite i sensori sono addirittura disponibili sul sito internet della lega e ogni utente può tranquillamente analizzarli. Come succede nel calcio, gli atleti utilizzano i dispositivi anche durante gli allenamenti e i dati vengono raccolti dalle squadre e venduti a un’azienda che a sua volta li può rivendere ai giocatori. In questo modo gli atleti possono acquistare i dati dei propri allenamenti per poi utilizzarli durante il rinnovo dei dati.

PGA

La PGA è l’associazione che organizza i tornei di golf che si disputano negli Stati Uniti. Il golf è uno degli sport più tradizionalisti in assoluto e che vieta qualsiasi tipo di tecnologia. Ma la PGA ha stabilito che in tre tornei del 2017 i golfisti potranno utilizzare dei dispostivi tecnologici per misurare la distanza della palla dalla buca, ottenendo anche le informazioni sull’intensità e sulla direzione del vento. Un cambio epocale che potrebbe portare in futuro il golf ad accettare l’utilizzo della tecnologia in campo.