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SICUREZZA INFORMATICA

Marissa Mayer non riceverà il bonus di fine anno. Colpa degli hacker

Marissa Mayer in una nota afferma di essere d'accordo con la decisione del board di non assegnargli il premio di fine anno del 2016

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Marissa Mayer non riceverà il bonus di fine anno. Colpa degli hacker Fonte foto: IB Photography / Shutterstock.com

Emergono ulteriori dettagli sull’ultimo attacco hacker ai danni di Yahoo!. Dall’indagine, che la stessa società americana ha ammesso di aver concluso, sembrerebbe che sono circa 32 milioni gli account email violati dai pirati informatici tra il 2015 e il 2016.

Il caso, che si aggiunge alle altre e più “pesanti” intromissioni scoperte, era stato reso pubblico alcune settimane fa. Gli hacker erano riusciti a intrufolarsi negli account senza conoscere nemmeno la password degli utenti, ma utilizzando dei cookies contraffatti. Intanto Marissa Mayer, CEO di Yahoo!, in seguito al mega attacco subito dall’azienda statunitense nel 2014, che ha colpito almeno 500 milioni di profili, ha deciso di fare mea culpa, annunciando, in una nota pubblicata su Tumblr, di essere d’accordo con la decisione del board di non assegnarle il bonus annuale per il 2016. Il CEO, si legge nel blog post, spera che l’azienda redistribuisca la somma – si parla, secondo quanto si apprende, di circa 2 milioni di dollari in cash – ai circa 8500 dipendenti.

Le ragioni del no al premio

In attesa che si conosca se la società americana accetterà o meno di soddisfare le richieste della Mayer, il destino di Yahoo! resta appeso a un filo. Soprattutto a causa delle numerose violazioni subite che hanno fatto calare le quotazioni di mercato dell’azienda americana. Le accuse mosse in coro a Yahoo! ruotano per lo più attorno ai ritardi con cui sono stati svelati al pubblico le intromissioni informatiche. Come nel caso dell’attacco del 2014, rivelato tempo dopo. Attacco che alla fine si è scoperto ha coinvolto quasi 1 miliardo di utenti. Il board di Yahoo! ha deciso di non assegnare al CEO il premio, come si legge nel report annuale inviato alle autorità americane, proprio a causa della violazione del 2014.