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Anche Google apre alle riparazioni fai da te: accordo con iFixit

Dopo Apple e Samsung ora anche Google annuncia l'arrivo del suo programma di autoriparazione, in collaborazione con iFixit: sono diventati tutti ambientalisti?

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google pixel 5 Fonte foto: Google

Dopo Samsung che ha annunciato il mese scorso la vendita da inizio estate di pezzi di ricambio per telefoni e tablet Galaxy, ma nei soli Stati Uniti, è ora la volta di Google che intende raggiungere lo stesso obiettivo per i suoi smartphone Pixel. A partire dalla fine di quest’anno, i pezzi di ricambio originali per tutti i Pixel presenti, passati e futuri si potranno acquistare negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, in Australia e nei paesi dell’UE e saranno disponibili su ifixit.com.

Parliamo dell’intera gamma di pezzi di ricambio per le comuni riparazioni dei telefoni Pixel, come batterie, display sostitutivi, fotocamere e altro, che si potranno acquistare singolarmente o in appositi iFixit Fix Kit, che includono strumenti come punte di cacciavite e spudger. Lo ha annunciato Google attraverso il suo blog ufficiale che spiega che vuole rendere le riparazioni più facili, immediate e accessibili a tutti. L’opzione prevede anche che chi non se la sente di intervenire personalmente su un display o su una batteria (d’altronde sono queste le componenti che si sostituiscono maggiormente) può contare su un aiuto professionale, e portare il telefono in un centro autorizzato per farlo riparare in modo rapido e conveniente da un tecnico esperto. Infatti, le collaborazioni con tecnici specializzati saranno attivate anche con uBreakiFix, che ha più di 750 sedi negli Stati Uniti e in Canada che supportano le riparazioni Pixel in garanzia e fuori garanzia, ma anche in Germania, Giappone e Regno Unito, a cui se ne aggiungeranno di nuove fino a renderle disponibili in tutti i paesi in cui sono venduti telefoni Pixel.

Perché far riparare gli smartphone

Questo improvviso e precipitoso interesse delle aziende più importanti come Apple, Samsung e ora anche Google verso l’autoriparazione o la vendita diretta di pezzi di ricambio dei telefoni, tablet e laptop non è totalmente disinteressato. Ma imposta dal principio del Diritto alla riparazione del 2017 e da due risoluzioni, di cui una approvata qualche giorno fa dal Parlamento europeo e che ora passeranno alla Commissione europea per diventare effettivamente legge.

Per i deputati europei ora è importante integrare il Diritto alla riparazione con altri interventi come l’obbligo di pubblicare manuali che spieghino come aggiustare i telefonini, oppure incentivare la riparazione con l’estensione della garanzia, ecc. Il tutto avverrà da ottobre 2022 in poi. Ecco spiegata la corsa alle offerte di autoriparazione e vendita diretta di pezzi di ricambio e il perché manchi ancora una timeline precisa dell’inizio dell’attività: attendono di conoscere come si trasformerà il diritto in legge, cosa sarà obbligatorio e cosa no.

Diritto alla riparazione: cosa cambia

La legge sul Diritto alla riparazione punta sostanzialmente a due obiettivi: rivedere il post-vendita a favore del consumatore e ridurre i rifiuti elettronici che nel 2019 nel mondo ammontavano a oltre 53 milioni di tonnellate scartate.

Innanzitutto potrebbero essere previsti incentivi per i consumatori a scegliere la riparazione rispetto alla sostituzione, come garanzie estese o ricevere un dispositivo sostitutivo per la durata di una riparazione.

In più ci sarebbero norme armonizzate per l’informazione dei consumatori presso il punto vendita, compresi i “punteggi di riparazione“, la durata stimata, i pezzi di ricambio, i servizi di riparazione e la disponibilità di aggiornamenti software.

Si prevede anche una possibile etichettatura intelligente come codici QR o passaporti di prodotti digitali. Sarebbe introdotto anche un possibile meccanismo di responsabilità congiunta produttore-venditore per non conformità dei prodotti e, infine, si stabilirebbero i requisiti di durabilità e riparazione inclusi in una futura direttiva sulla progettazione ecocompatibile.

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