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SCIENZA

Anticorpi anti-Covid trasformati in musica: una melodia di speranza

Markus Buehler del MIT torna a creare musica in piena pandemia, questa volta sfruttando le vibrazioni emesse dalle proteine del virus Sarscov2.

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Musica anticorpi covid

Da quasi due anni, il volto del mondo è cambiato. La pandemia da Coronavirus ci ha costretti a stravolgere completamente le nostre abitudini, schiacciando la vita sociale ed economica di un intero pianeta. Con il programma vaccinale entrato in funzione a pieno regime – con qualche inciampo in Italia -, ora è però una vera e propria melodia a rappresentare un faro di speranza per l’umanità.

Gli anticorpi in grado di combattere e neutralizzare il virus del Covid-19 sono infatti stati trasformati in musica, per una composizione che porta il suggestivo nome di Proteina degli anticorpi in mi minore. La sinfonia è stata creata da Markus Buehler del Massachussets Institute of Technology (MIT) di Boston, già noto per aver tradotto in musica la proteina Spike – vale a dire l’artiglio che sporge dalla superficie del virus SarsCov2 e lo aiuta ad agganciarsi alle cellule – durante la prima ondata.

Il nuovo brano, pensato per un’orchestra di 10 musicisti e che potete ascoltare anche voi, è stato eseguito per la prima volta il mese scorso nel corso del Lindenbaum Festival Orchestra in Corea del Sud, in una stanza completamente vuota. A farci sentire più uniti e mai così vicini, almeno nelle intenzioni, è però il messaggio che Proteina degli anticorpi in mi minore vuole trasmettere. Per stessa ammissione di Buehler, docente di Ingegneria e compositore di musica sperimentale:

È un pezzo ottimista, visto che stiamo entrando in questa nuova fase della pandemia. È l’inizio di un progetto musicale di ripresa. Questo pezzo è il seguito di Contrappunto virale della proteina spike (Viral Counterpoint), composto durante la prima ondata del coronavirus.

Mentre Viral Counterpoint – lo trovate qui – aveva suoni un po’ sinistri e decisamente più cupi, la melodia degli anticorpi risulta armoniosa e gioiosa, proprio perché si basa sulla proteina che attacca il Covid. Quasi fosse una trionfale fanfara che può fare da colonna sonora alla dura lotta contro il virus. In ogni caso, seppur così diverse, entrambe le composizioni di Markus Buehler si basano su una teoria elaborata dallo stesso ricercatore del MIT, che traduce le strutture proteiche in partiture musicali.

Le proteine dell’antigene e del virus contano entrambe 20 amminoacidi, che possono essere espressi come altrettanti toni di vibrazione diversi. Come accade anche per le altre molecole, le proteine vibrano a frequenze differenti: questo ha permesso a Buehler di “vedere” il virus e le sue varianti, poi “catturate” in note musicali percepibili anche dall’uomo. Il sistema, che ha ovviamente altre finalità, ricorda da vicino quello utilizzato per tradurre in musica le tele di ragno, con evidenti applicazioni ingegneristiche.

Nel caso delle sinfonie del Covid-19, si è invece scoperto che le proteine del virus Sarscov2 vibrano con minore intensità e frequenza rispetto a quelle della Sars e della Mers. I ricercatori ipotizzano che i virus usino le vibrazioni per “forzare” l’ingresso nelle cellule, e stanno sfruttando proprio la musica per studiarne le varianti.

Andrea Guerriero

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