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Come in un videogioco: navicella contro asteroide, l’assurdo test NASA

Il fantascientifico piano di chiama DART e prevede, come in un videogioco, discagliare una navicella contro asteroide. Lo conduce la NASA.

Come in un videogioco: navicella contro asteroide, l’assurdo test NASA Fonte foto: 123RF

La NASA sembra particolarmente preoccupata delle conseguenze dell’impatto di un asteroide con la Terra. Si può facilmente immaginare il perché: ciò che per i dinosauri ha segnato l’estinzione, nel caso degli uomini lo si vorrebbe invece evitare: ecco quindi la messa a punto di uno scudo spaziale per il dirottamento dei meteoriti e l’utilizzo di una specie di laser che, come nel classico videogioco Asteroids, spara alle meteore che altrimenti potrebbero impattare sul nostro pianeta con conseguenze devastanti.

Il piano della NASA per scongiurare l’impatto di un meteorite

L’ultimo di questa serie di esperimenti è un curioso crash test galattico che l’agenzia spaziale americana vorrebbe condurre tramite una navicella: in particolare, il fantascientifico piano di chiama Double Asteroid Redirection Test (DART), che in italiano potrebbe tradursi come “Test di Reindirizzamento del Doppio Asteroide”. Dovrebbe prendere il via nei prossimi mesi e durare un anno prima che la meteora-bersaglio si trovi a portata della navicella della NASA.

L’obiettivo si chiama Dimorphos. Si tratta di un asteroide grande quanto uno stadio che orbita attorno a un secondo asteroide (da qui la dicitura “double asteroid” del nome della missione) molto più grande del primo, chiamato Didimo. Gli scienziati della Terra vorrebbero, per la precisione, colpire Dimorphos a una velocità di 6,5 chilometri al secondo. DART, che è anche il nome della navicella, è grande quanto un’automobile e pesa un terzo di tonnellata. L’impatto dovrebbe alterare l’orbita di Dimorphos intorno a Didimo. Non di molto, ma pur sempre di quanto basta per avere risultati significativi.

Cosa c’entra l’EMA con il crash test galattico della NASA

La raccolta dei dati sull’esito della missione sarà compito di Hera, una missione, stavolta dell’EMA, l’agenzia spaziale europea, in programma cinque anni dopo lo scontro. È interessante notare come gli astronomi programmino su un tempo lunghissimo le varie tappe dei propri esperimenti, che spesso non troveranno mai applicazione concreta nel corso delle nostre vite, eppure rappresentano passaggi obbligati per mettere a punto – come in questo caso – armi di difesa in grado di scongiurare l’estinzione del genere umano.

“Lo stiamo facendo per avere la capacità di prevenire un disastro naturale davvero catastrofico”, ha infatti affermato Tom Statler, scienziato del programma DART presso la sede della NASA a Washington.

Giuseppe Giordano