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Augmented Eternity, l'app che ci renderà immortali

L'imprenditore Hossein Rahnama sta realizzando l'applicazione Augmented Eternity per creare una copia digitale della nostra anima che potrà vivere in eterno

Un cervello stilizzato a significare l'intelligenza artificiale Fonte foto: Shutterstock

Al giorno d’oggi abbiamo applicazioni che possono fare qualunque cosa, ora, forse, potremo anche diventare immortali grazie a un’app. Merito di Augmented Eternity, una sorta di memoria digitale dove verranno conservati per sempre alcuni dei nostri concetti e pensieri.

Così, mentre Google permette di sapere quando morirai (e non è l’unica che crede di poterlo fare), Augmented Eternity si ripromette di rendere imperituro il tuo ricordo. Creata da Hossein Rahnama, imprenditore e ricercatore della Ryerson University di Toronto, l’app sfrutterà le nuove tecnologie e il cloud per salvare quelli che sono i nostri valori, alcune frasi che ci caratterizzano e i nostri gusti principali su diversi argomenti. In questo modo l’applicazione creerà una copia della nostra “anima” che verrà inserita online e con la quale chiunque vorrà e chiunque ci ha conosciuto in vita potrà interagire, per sentire in parte in maniera minore la nostra assenza dopo la nostra morte. Ovviamente noi potremo scegliere con chi condividere i dati della nostra coscienza online.

Come funziona l’app per l’immortalità

Ma come funziona l’applicazione per l’immortalità? Semplice, una volta che registriamo tutti i nostri dati al suo interno l’intelligenza artificiale sarà in grado di discutere con le persone in Rete prendendo il nostro posto. L’AI saprà dividere anche i vari aspetti del nostro carattere e le nostre conoscenze. In che senso? In pratica se in vita siamo stati dei padri ma anche degli insegnanti, se parleremo con nostro figlio o nostra figlia l’app userà delle parole specifiche e dei specifici ricordi, se invece interagirà con un nostro vecchio studente il linguaggio e le frasi saranno totalmente diverse. L’app dunque adatta la nostra coscienza immortale a secondo di chi ci contatta. Fin qui sembra tutto rose e fiori, ma c’è un problema. Come ammette lo stesso Hossein Rahnama, per generare un’anima digitale che resista nel tempo e sia in tutto e del tutto uguale a noi ci vorranno anni e anni di dati da raccogliere su noi stessi. Il problema dunque non è solo sulla privacy ma anche sul tempo che ogni persona dovrà impiegare per realizzare con cura una copia esatta di se stesso sull’app.