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I batteri delle mucche potrebbero risolvere il problema della plastica

Alcuni ricercatori austriaci hanno scoperto che i microrganismi nell’apparato digerente dei bovini sarebbero in grado di decomporre la plastica.

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I batteri delle mucche potrebbero risolvere il problema della plastica Fonte foto: 123rf

Le mucche, o meglio i batteri nel loro apparato digerente, potrebbero essere un valido aiuto per combattere il problema dell’inquinamento causato della plastica. Un team di scienziati austriaci ha osservato che i microrganismi presenti nello stomaco dei bovini riescono a decomporre il poliestere e questa scoperta potrebbe essere fondamentale per trovare un mezzo per ridurre i rifiuti di plastica. I primi risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Bioengineering and Biotechnology.

Come i batteri delle mucche possono decomporre la plastica

Lo studio degli scienziati austriaci è partito dalla considerazione che la dieta di una mucca contiene poliesteri vegetali naturali. Il team ritiene quindi che esista un meccanismo all’interno del loro stomaco in grado di condurre l’idrolisi del poliestere, una reazione chimica che scompone questo materiale. “Un’enorme comunità microbica vive nel reticolo ruminale ed è responsabile della digestione del cibo negli animali”, ha spiegato in una nota l’autrice della ricerca, la dottoressa Doris Ribitsch, dell’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna. “Quindi abbiamo sospettato – ha continuato – che alcune attività biologiche potessero essere utilizzate anche per l’idrolisi del poliestere”.

Una volta identificati questi batteri nel rumine, che è uno dei quattro compartimenti dello stomaco di una mucca, il team ha testato la loro capacità di scomporre il polietilene tereftalato, o PET, il materiale termoplastico più comune nella famiglia dei poliesteri. Hanno anche testato altri due tipi di plastica. Uno era il polibutilene adipato tereftalato o PBAT, comunemente usato in sacchetti di plastica compostabili. L’altro era il polietilene furanoato, PEF, che è composto da zuccheri derivati ​​dalle piante. I campioni di queste tre plastiche sono stati immersi in un liquido ruminale incubato e sono stati trasformati in polvere o in una pellicola di plastica.

I risultati sono stati molto positivi perché tutte e tre le plastiche sono state scomposte senza problemi. In realtà le polveri sono state decomposte più velocemente della pellicola. Il team ha inoltre notato che le reazioni con il liquido ruminale erano più efficaci rispetto alla ricerca che ha esaminato un singolo microrganismo per rompere la plastica. Gli scienziati ipotizzano che la degradazione della plastica potrebbe essere dovuta all’attività di più enzimi che lavorano alle massime condizioni grazie alle proprietà del liquido ruminale.

I ricercatori hanno però evidenziato che la scoperta è solo un primo passo verso una possibile soluzione del problema dell’inquinamento da plastica. Se il liquido può abbattere la plastica, il riciclaggio potrebbe essere un’opzione più semplice o potrebbe anche esserci un metodo diverso e più economico a lungo termine. In ogni caso gli scienziati stanno continuando lo studio per cercare il modo in cui il procedimento possa essere impiegato per processi industriali più ecologici.

Le ricerche di metodi sostenibili per distruggere o riciclare efficacemente la plastica sono vari e diffusi in tutto il mondo. Un team dell’università di Edimburgo, per esempio, ha scoperto un modo per trasformare il poliestere in vanillina, mentre alcuni ricercatori di Cambridge hanno realizzato un materiale vegano simile alla seta di ragno che potrebbe sostituire la plastica monouso.

Stefania Bernardini

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