Buon compleanno Android, come è cambiato il sistema operativo Google
Da progetto nato in un piccolo ufficio nella Silicon Valley a sistema operativo mobile più diffuso al mondo: le tappe più importanti della storia di Android

Da 0 a 2 miliardi in dieci anni. Così si può riassumere la storia di Android, il sistema operativo mobile presentato da Google il 5 novembre 2007 e che in pochi anni ha conquistato il “cuore” di milioni di utenti. La crescita del sistema operativo mobile di Google è stata impetuosa e in breve tempo è diventato il punto di riferimento per decine di aziende del mondo dell’hi-tech che producono smartphone. Se il 5 novembre 2007 l’azienda di Redmond tolse il velo al lavoro portato avanti da Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White (i “papà di Android), per vedere il primo smartphone Android è stato necessario aspettare un anno. Fu realizzato da HTC che lanciò l’HTC Dream, il primo vero concorrente dell’iPhone. Dalla prima versione di Android a quella di oggi è cambiato tutto: Andy Rubin non segue più il progetto e ha creato una propria startup (Essential), mentre il sistema operativo mobile è arrivato all’ottava versione e in molte nazioni ha una percentuale di penetrazione che supera il 90%. Ecco come Android è cambiato in questi dieci anni.

Abbiamo detto fino ad adesso che Android “nasce” il 5 novembre 2007. Ma la storia di Android parte qualche anno prima. Precisamente nel 2003 quando Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White fondarono Android Inc., una piccola azienda ma dalle grandi ambizioni. L’idea iniziale era quella di sviluppare un sistema operativo per macchine fotografiche in modo da poter installare sui dispositivi delle applicazioni che andassero a migliorare le funzionalità. Ben presto i quattro decisero di cambiare obiettivo e puntarono sui telefonini. La storia di Android poteva finire l’anno successivo, quando i fondi raccolti dalla startup finirono: arrivò in loro soccorso un nuovo finanziatore che diede respiro all’azienda. Il salto di qualità ci fu nel 2005 quando Google si interessò al progetto e decise prima di finanziarlo e successivamente di prenderne il controllo, investendo poco più di 50 milioni di dollari. Il valore attuale dell’azienda è impossibile da stimare, ma quei 50 milioni fruttano adesso a Google decine di migliaia di euro ogni ora grazie agli acquisti effettuati sul Google Play Store.

Il 5 novembre 2007 viene tolto il velo ad Android e mostrata la prima beta pubblica. L’obiettivo è chiaro: non realizzare un solo smartphone, ma un ambiente (un sistema operativo appunto) che possa dare l’opportunità alle aziende hi-tech di sviluppare i loro smartphone. Dieci anni dopo l’obiettivo è stato raggiunto: Android è presente su oltre due miliardi di dispositivi, con una quota di mercato vicina ll’80%.

Per vedere il primo smartphone con sistema operativo Android è necessario aspettare un anno: il 22 ottobre 2008 fa il suo debutto l’HTC Dream. L’obiettivo non è di sfidare l’iPhone ma di permettere al numero più alto possibile di persone di utilizzare uno smartphone. A leggere la scheda tecnica dello smartphone viene quasi da ridere: schermo da 3,2 pollici, fotocamera da 3.2 Megapixel e tastiera fisica presente sotto lo schermo. Lo smartphone aveva anche una trackball con cui navigare all’interno delle impostazioni.

Per vedere una versione più stabile del sistema operativo è necessario aspettare dicembre 2010. Google lancia contemporaneamente Android Gingerbread (una delle versioni di maggior successo) e il Nexus S, smartphone creato dalla collaborazione con Samsung e riprendeva in larga parte le caratteristiche del primo Samsung S. Pochi mesi dopo (febbraio 2011) fa il debutto anche il primo tablet realizzato con sistema operativo Android. Il Motorola Xoom fu progettato per sfidare ad armi pari l’iPad, ma non tutto andò secondo i piani. Il dispositivo utilizzava la versione 3.0 di Android (la prima pensata per i tablet), ma il sistema operativo non era ben ottimizzato e presentava moltissimi bug. Inutile dire che si rivelò un fallimento.

Se Android 3.0 fu un buco nell’acqua, Android Ice Cream Sandwich 4.0 portò un radicale cambiamento nell’interfaccia grafica dello smartphone. Gran parte del successo di Android lo si deve proprio a ICS che ha reso il sistema operativo molto più stabile e con un’interfaccia utente semplice da utilizzare. La presentazione di Android Ice Cream Sandwich è anche l’occasione per mostrare il Galaxy Nexus, il nuovo smartphone “made in Google”.

Uno dei segreti del successo di Android porta un nome ben preciso: Google Play Store. Il 6 marzo 2012 viene lanciato il Google Play Store che raccoglie in unico spazio Android Market, Google Music e Google eBookstore. Per gli utenti effettuare gli acquisti e scegliere quale applicazione installare diventa molto più semplice e immediato. Lo stesso anno l’azienda di Mountain View integra all’interno di Android anche un assistente vocale. Google Now non sarà famoso come Siri, ma non ha nulla da invidiare all’assistente di Apple. L’assistente vocale fa il suo debutto su Android 4.1. Per vedere un nuovo aggiornamento del device bisogna aspettare un anno: insieme al Nexus 5 viene rilasciato anche Android KitKat 4.4.

Il successo ottenuto da Android è stato travolgente. Tanto da convincere Google a utilizzare lo stesso brand e la stessa piattaforma per realizzare Android TV, un OS per le smart tv, e Android Auto, sistema operativo per i sistemi di infotainment presenti all’interno delle automobili. Android non è più un OS per smartphone, ma un ambiente dove poter far comunicare il televisore con il termostato e l’automobile con lo smartphone.

Dove aver stabilizzato il sistema operativo mobile, gli sforzi di Google si sono concentrati su altri aspetti del sistema operativo mobile. Il più importante è l’autonomia dello smartphone. Il sistema operativo, insieme allo schermo e alle applicazioni, è uno dei motivi principali per cui gli smartphone hanno un’autonomia di un giorno. Google ha cercato di introdurre nuovi sistemi per migliorare l’autonomia, ma i risultati non sono sempre stati soddisfacenti. Con Android Oreo 8.0 l’azienda di Mountain View ha cercato di migliorare l’autonomia andando ad agire direttamente sulle applicazioni in background. I miglioramenti non sono stati eccezionali, ma l’autonomia è aumentata di qualche ora.

Insieme ad Android Nougat 7.0 è stata presentata anche una nuova serie di smartphone: i Pixel. Molti i cambiamenti rispetto al passato: in primis il prezzo, aumentato notevolmente e allineato a quelli dell’iPhone. I Google Pixel sono anche i primi smartphone realizzati e pensati da Google e le differenze con i Nexus sono evidenti: il sistema operativo è ottimizzato alla perfezione e i rallentamenti tipici di Android sono solo un brutto ricordo. Nel 2017 Google lancia il Google Pixel 2 e il Google Pixel 2 XL. Il secondo modello presenta uno schermo 18:9 e un design con cornici ridotte all’osso. A dieci anni dalla presentazione della prima beta di Android si può dire che il viaggio intrapreso nel 2003 da Andy Rubin e dai suoi amici è stato incredibile. In dieci anni Android ha raggiunto i due miliardi di utenti e ogni giorno ne guadagna di nuovi, grazie anche a smartphone low-cost pensati per i paesi in via di sviluppo. Cosa sarà Android in futuro? Difficile dirlo, l’unica cosa certa è che Google continuerà a svilupparlo e a rilasciare nuove funzionalità. Per il momento, buon compleanno Android!