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I cani imparano le parole come fanno i bambini: l’esperimento

Un esperimento dimostra che i cani processano il nostro linguaggio in maniera molto più complessa di quel che credevamo: usano la stessa tecnica dei bambini

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I cani capiscono quello che dici più di quanto pensi Fonte foto: iStock - Kosamtu

Non sappiamo ancora molto di come gli animali comprendano il mondo: è recente acquisizione che l’intelligenza dei corvidi sia paragonabile alle capacità di problem solving di un bambino di quarta elementare, mentre stiamo scoprendo la fine intelligenza sociale di polpi e delfini.

Un nuovo studio della Eötvös Loránd University, in Ungheria, fa luce sulla inaspettata intelligenza linguistica dei cani, ben più vicini a noi rispetto a piovre ed altri animali noti per una certa super-intelligenza.

L’apprendimento del linguaggio

Quando un essere umano in fasce inizia a tentare di sciogliere il rebus del complesso linguaggio usato dagli adulti, inizia distinguendo delle particolari sillabe all’interno dei discorsi.

Il bambino, intorno agli otto mesi di età, individua e traccia gli schemi ricorrenti delle sillabe che sono in grado di formare le parole, imparando a distinguere il suono delle parole prima ancora di conoscerne il significato.

A quanto pare, la stessa cosa fanno i cani. Come afferma Mariana Boros, tra gli autori dello studio “i cani sanno fare le stesse identiche elaborazioni che fanno i bambini piccoli per distinguere le parole in un discorso”.

È la prima volta che un comportamento del genere viene individuato in un mammifero che non sia un essere umano: l’abilità di individuare le parole non è affatto elementare, in quanto coinvolge un complesso calcolo statistico in grado di definire la probabilità con cui le sillabe compaiono insieme per formare le espressioni linguistiche.

Si chiama “apprendimento statistico”: come spiega Mariana Boros “tenere traccia degli schemi che costituiscono il mondo non è prerogativa degli esseri umani – molti animali usano tali regolarità per imparare”.
Ebbene, l’esperimento di Boros e colleghi è il primo ad individuare tale complessa capacità di apprendimento nei cani.

L’esperimento: parole complete e sillabe

Sappiamo che i cani sono in grado di comprendere comandi, più o meno semplici, e distinguere alcune parole che usiamo in maniera ricorrente rivolgendoci a loro. Quel che non sapevamo, è che i cani usano esattamente la strategia di apprendimento che usiamo noi quando, in fasce, cerchiamo di imparare a comunicare con gli altri della nostra specie.

La ricerca si è servita di due test strumentali, l’EEG e la Risonanza Magnetica. I test sono stati eseguiti su cani dell’Unità Cinofila, appositamente addestrati a rimanere immobili per qualche minuto durante lo svolgimento dei test, in modo da non dover ricorrere a restrizioni nel corso dell’esperimento.

I cani sono stati lasciati con i propri padroni, e gli stimoli registrati dal cervello registrati dai tipici elettrodi usati per gli esami EEG. I cani sono stati sottoposti prima ad una sequela di parole inventate e di sillabe sciolte, ed in seguito alla registrazione delle singole parole inesistenti corredate da sillabe che non ne fanno parte.

L’attività cerebrale ha dimostrato che i cani sono in grado di distinguere le parole più frequenti da quelle più rare, e soprattutto sanno capire che c’è differenza tra la parola completa e le sillabe della stessa parola, anche se ugualmente frequenti all’interno del discorso.

Per comprendere dove e come avviene tale processo di apprendimento, i cani sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica non invasiva. L’esame ha evidenziato che mentre i gangli basali rispondono allo stimolo delle sillabe casuali, la maggior parte dell’attività cerebrale di fronte alle parole complete si concentra nella corteccia uditiva, una regione estremamente più specializzata.

Si tratta proprio della stessa regione che si attiva negli umani nelle operazioni di comprensione del linguaggio: “è interessante vedere che anche nei cani la corteccia uditiva gioca un ruolo fondamentale nella segmentazione delle parole”, afferma Boros.

I risultati dell’esperimento parlano chiaro: i cani sono capaci di distinguere singole parole all’interno delle frasi che rivolgiamo loro, e lo fanno usando la medesima complessa tecnica computazionale degli umani.

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