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È arrivata la carne 3D e dicono sia migliore di quella vera

La carne 3D "migliore" di quella vera è già realtà. L'obiettivo di Novameat è superare il sapore degli attuali prodotti con una soluzione sostenibile.

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È arrivata la carne 3D e dicono sia migliore di quella vera Fonte foto: GETTY

Nonostante il boom della carne vegetale, che è già possibile trovare al supermercato, ogni esperimento andato in questa direzione si è trovato a fare i conti con il limite dell’imitazione della “cosa vera”. Sì, perché straccetti di pollo, carne macinata, wurstel, bastoncini di pesce che nulla hanno di pollo, carne o pesce possono forse avvicinarsi, ma non pareggiano il sapore inconfondibile dei prodotti alimentari realizzati tramite processi tradizionali.

La nuova sfida insomma si gioca tutta sull’imitazione del sapore vero nonostante ingredienti completamente diversi. A trovare quella che al momento sembra la quadratura del cerchio potrebbe essere stato un italiano.

Chi è Giuseppe Scionti e cosa fa Novameat

“A oggi il Sacro Graal della carne sintetica rimane la bistecca, o la carne di maiale. Tagli di muscolo intero che riproducano in maniera convincente la struttura fibrosa della carne animale”. Sono le parole del giovane fondatore di Novameat, Giuseppe Scionti, nato nel 1986, esperto di ingegneria tissutale e molto attento ai temi della sostenibilità.

“Durante il mio dottorato all’Università di Granada, dopo la laurea a Milano e una specializzazione in Svezia, ho studiato a fondo i processi di stampa 3D dei tessuti molli. Mi sono reso conto che la tecnica si poteva semplificare per creare un muscolo per il consumo alimentare, che non ha la necessità di essere impiantato e di attivarsi”, ha detto durante l’Italian Tech Week di Torino, organizzata dal gruppo GEDI e da La Repubblica.

Qual è il vero obiettivo di Novameat: una carne che sia migliore di quella vera

Grazie alla stampa in 3D, Novameat può ricreare la fibrosità, la resistenza al taglio e la masticabilità del muscolo animale grazie a un “ibrido fra le carni vegetali e quelle realizzate da coltivazione cellulare”. L’azienda di Giuseppe Scionti unisce componenti vegetali a cellule adipose animali moltiplicate in laboratorio a partire da una biopsia non invasiva sull’animale di partenza.

Il sapore è naturalmente un aspetto decisivo ed è per questo che Novameat ha preso come consulenti chef stellati. Scionti risulta sicuramente ambizioso quando parla di “superare” la carne animale. Sarà questo il futuro della carne? Staremo a vedere.

A proposito di sostenibilità, la carne fatta in laboratorio potrebbe essere il futuro dell’alimentazione. Ecco invece gli effetti della dieta vegetariana in un studio lungo tre decenni.

Giuseppe Giordano