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Cerchi su Marte, parte il piano Perseverance per cercare tracce aliene

I cerchi hanno l’obiettivo di verificare se la vita sia mai esistita nell’area. Il rover ha trascorso gli ultimi 9 mesi a perforare la roccia del Pianeta Rosso.

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Cerchi su Marte, parte il piano Perseverance per cercare tracce Fonte foto: NASA/JPL-Caltech/ASU

Il rover Perseverance della Nasa è ormai da nove mesi che perlustra Marte perforando le sue rocce e depositando ciò che trova nel “magazzino” che porta sempre con sé. Ora sta facendo uno sforzo in più per verificare se la vita sia mai esistita sul Pianeta Rosso e trovare più dettagli sul suo passato. Per farlo si sta muovendo creando cerchi nell’area individuata come posto per trovare prove di antiche forme di vita.

Cosa sta facendo Perseverance su Marte

Di recente, Perseverance ha esaminato le rocce nel cratere Jezero, un luogo che gli scienziati ritengono possa anticamente aver subito violente inondazioni improvvise. Dal momento che si ritiene che la vita sul Pianeta Rosso potrebbe esserci stata in un momento in cui Marte era ricoperto dall’acqua, questo cratere potrebbe essere un buon posto per il rover per trovare prove di forme di vita passate. Jezero è stato scelto tra circa 60 altri potenziali siti di atterraggio per Perseverance, dopo cinque anni di decisioni e ricerche. Gli scienziati pensano che a un certo punto, i fiumi e le inondazioni che sono scesi nel cratere Jezero potrebbero aver effettivamente versato del materiale argilloso nell’area, ossia una sostanza fatta solo con l’acqua.

Come si sta muovendo Perseverance

In questo momento, Perseverance sta esaminando la terra a sud-est del punto in cui è atterrata per la prima volta nel cratere, in un’area chiamata regione di South Séítah. Questa terra, coperta di dune e creste, è un territorio non facile da attraversare per il rover, per questo è occasionalmente aiutata dall’elicottero Ingenuity per scegliere il percorso migliore.

Perseverance si dirigerà poi verso il bordo occidentale del cratere, dove, secondo la Nasa, un antico delta del fiume probabilmente sfociava in un lago nel cratere. Gli scienziati pensano che questo movimento del rover sia la soluzione migliore per rintracciare i segni di una potenziale vita microbica, proprio perché sulla Terra i microbi esistono in un ambiente simile. Intanto, le rocce finora raccolte da Perseverance dovrebbero tornare sulla Terra intorno al 2030 e in quel momento gli scienziati potranno dare un’occhiata più da vicino alla loro composizione per avere informazioni in più su cosa possano nascondere. Nel frattempo, il rover continuerà a perforare l’area, creando cerchi ordinati per continuare a raccogliere campioni di roccia.

Recentemente l’agenzia spaziale statunitense ha anche trovato molecole organiche sconosciute su Marte ed è anche stato registrato un lungo e potente terremoto sul Pianeta Rosso.

Stefania Bernardini