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SCIENZA

Il cervello umano si è ristretto nel tempo: la causa

L’organo sarebbe diminuito circa 3.000 anni fa. Un gruppo di ricercatori statunitensi ha ipotizzato che il restringimento sia parallelo all'espansione dell'intelligenza collettiva nelle società umane.

Il cervello umano si è ristretto nel tempo: le cause Fonte foto: iStock

Circa 3.000 anni fa il cervello umano si è ristretto. Questo è quanto hanno affermato dei ricercatori statunitensi guidati dal Dartmouth College di Hanover. Il team ha ipotizzato che il restringimento sia avvenuto parallelamente all’espansione dell’intelligenza collettiva nelle società umane. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution e porta a nuove conoscenze riguardanti l’evoluzione del principale organo del sistema nervoso centrale delle persone. Se, finora, è stato documentato che il cervello è aumentato di dimensioni nel corso della storia evolutiva dell’uomo, si tende invece a tralasciare il fatto che dal Pleistocene questo organo sia diminuito.

Lo studio sul cervello umano che si è ristretto

“Un fatto sorprendente sugli umani di oggi è che i nostri cervelli sono più piccoli rispetto ai cervelli dei nostri antenati del Pleistocene. Il motivo per cui il nostro cervello si è ridotto di dimensioni è stato un grande mistero per gli antropologi”, ha spiegato il co-autore, Jeremy DeSilva, del Dartmouth College. Per risolvere l’enigma, i ricercatori hanno deciso di studiare i modelli storici dell’evoluzione del cervello umano e di confrontare le loro scoperte con quello che si conosce nelle società delle formiche.

Dall’analisi di 985 crani fossili e umani moderni, il team ha individuato che il cervello umano è aumentato di dimensioni 2,1 milioni di anni fa e 1,5 milioni di anni fa, durante il Pleistocene, ma è diminuito di dimensioni circa 3.000 anni fa, durante l’Olocene.

La comparazione con la società delle formiche

Riguardo alla comparazione con le formiche, lo sviluppo di modelli computazionali delle dimensioni, della struttura e dell’energia del cervello di alcune classi di questi insetti, ha mostrato che la cognizione a livello di gruppo e la divisione del lavoro possono condurre alla variazione adattativa delle dimensioni del cervello. Il risultato sarebbe che all’interno di un gruppo sociale in cui la conoscenza è condivisa o nel quale i soggetti sono specializzati a compiere determinati compiti, il cervello può ridurre le sue dimensioni e diventare più efficiente.

Il co-autore della ricerca, James Traniello, della Boston University, ha spiegato che seppur tra la società delle formiche e quella umana ci siano notevoli differenze, “tuttavia le formiche condividono con gli esseri umani anche importanti aspetti della vita sociale, come il processo decisionale di gruppo e la divisione del lavoro, così come la produzione del proprio cibo”. Queste somiglianze, secondo gli studiosi, possono darci importanti informazioni sui fattori che hanno potuto influenzare i cambiamenti nelle dimensioni del cervello umano.

La storia evolutiva dell’uomo è complessa e sono tanti gli studi che cercano di comprenderne tutte le fasi. Un team di New York ha individuato cosa c’è alla base della perdita della coda negli esseri umani, mentre un altro gruppo di studiosi ha analizzato quali sono gli effetti del clima sulle dimensioni del corpo delle persone.

Stefania Bernardini

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