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Che cos’è Ripple, il terzo incomodo del mondo delle criptovalute

In appena 12 mesi sono cresciuti di oltre il 30.000%, ma il loro futuro è ancora impossibile da predire. Cosa sono i Ripple e come crearli

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Ripple Fonte foto: Shutterstock

Molti lo considerano come il terzo incomodo nel mare magnum delle criptovalute. Come l’unica reale alternativa ai Bitcoin di Satoshi Nakamoto e agli smart contracts di Ethereum. Stiamo parlando dei Ripple, criptovaluta sconosciuta ai più sino alla prima metà del 2017 e divenuti improvvisamente un vero e proprio fenomeno mondiale.

Una fama che trova spiegazione nella crescita impetuosa dei Ripple. A inizio 2017 la loro quotazione era di appena 0,006 dollari; dodici mesi più tardi la quotazione Ripple era di oltre 3 dollari, per una crescita di oltre il 30.000% anno su anno. Performance superiori a quelle di qualunque altra criptovaluta, che hanno permesso al suo ideatore di diventare per qualche ora la quinta persona più ricca al mondo (più ricco dei fondatori di Google ). Chris Larsen, questo il suo nome, possiede quasi 6 miliardi di Ripple, ottenuti al momento del lancio della moneta digitale avvenuto nel 2012. Ora la valutazione Ripple si è abbassata, ma ciò non è servito a “limitare” le sue ambizioni da anti-Bitcoin.

Che cos’è Ripple

Con il nome di Ripple si identificano sia un circuito digitale per pagamenti e trasferimento capitale, sia la criptovaluta utilizzata su questo stesso circuito per inviare denaro gratuitamente in ogni parte del mondo in tempo reale (o quasi). A differenza di Bitcoin, concepito dal suo creatore come strumento per accumulare valore, i Ripple sono stati creati solo ed esclusivamente per consentire lo scambio di denaro da un capo all’altro del mondo, in maniera semplice e veloce. Per questo motivo sono considerati dai più come la criptovaluta delle banche, degli istituti di credito e degli investitori di tutto il mondo.

Non è un caso, infatti, che il valore dei Ripple è iniziato a salire in maniera vertiginosa nel momento in cui alcuni istituti bancari del sud-est asiatico (giapponesi e coreani, in particolare) hanno iniziato a supportare ufficialmente la criptovaluta ideata da Larsen e utilizzarla per gli spostamenti di capitale tra le loro sedi sparse un po’ in tutto il mondo.

Come creare Ripple

A differenza di Bitcoin ed Ethereum, non è possibile minare Ripple e, quindi, crearli. L’intera “scorta” di Ripple (100 miliardi di token o monete digitali) è stata erogata al momento della creazione della criptovaluta, nel 2012. Ora (inizio gennaio 2018) ne circolano circa 38 miliardi, ma non è da escludere che a breve il mercato finanziario possa essere letteralmente invaso di Ripple (con effetti ancora tutti da decifrare). L’unico modo per ottenere Ripple è acquistarli online, come fossero un’azione o una valuta “reale”. Si tratta, dunque, di un investimento ad alto rischio, che potrebbe farvi guadagnare migliaia di euro in pochi minuti, oppure farvi perdere tutto in maniera altrettanto veloce.