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Il piano della Cina: trivellare la Luna per “alimentare” la Terra

Trivellare la Luna potrebbe essere la soluzione per creare energia pulita per la Terra, almeno secondo la Cina. Gli studi sulle rocce lunari sono appena all'inizio.

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Alimentare la Terra con le risorse della Luna, l'idea cinese Fonte foto: iStock

La missione Chang’e 5 ha portato sulla Terra, lo scorso Dicembre, quasi due chili di materiale prelevato dalla superficie della Luna. Oggi finalmente le istituzioni cinesi hanno iniziato a studiare le rocce lunari, e le prime dichiarazioni sembrano spiegare anche il perché la Cina abbia deciso – praticamente all’improvviso – di puntare alla Luna.

Le rocce lunari

Pochi mesi fa sono state distribuite le prime rocce lunari a diverse università ed istituzioni cinesi, al fine di studiarle: 31 campioni di materiale lunare, non soltanto roccioso ma anche simile a vetro, sono stati quindi distribuiti a 13 diversi centri di studio.

L’Istituto di Ricerca sulla Geologia dell’Uranio di Pechino, per esempio, sta studiando in questi giorni un campione di circa 50 milligrammi di roccia lunare alla ricerca di un isotopo noto come Elio-3.

L’indagine parrebbe tutt’altro che casuale: l’Elio-3, infatti, un isotopo stabile non radioattivo, potrebbe essere alla base della fusione nucleare cosiddetta “di seconda generazione”. La Cina è impegnata in questi anni in prima linea nella definizione di una nuova strategia nucleare: non soltanto sta studiando l’uso del Torio come combustibile nucleare, ma presenta impianti già di quarta generazione, nella classificazione delle centrale nucleare.

L’Elio-3 potrebbe essere con ciò una terza via, nella disperata rincorsa della Cina all’abbattimento delle emissioni di CO2, che qui passa tutta per il nucleare.

Ma c’è di più: sulla Terra l’Elio-3 è molto, molto raro. Sulla Luna, invece, si pensa che venga abitualmente trasportato dalle correnti solari, che lo depositerebbero sulla superficie del satellite in grandi quantità.

La Luna può “alimentare” la Terra?

“L’obiettivo principale dello studio” afferma Huang Zhixin dell’Istituto di Pechino “è determinare il contenuto di Elio-3 nel suolo lunare, i parametri di estrazione dell’Elio-3 e come questo si ancori al suolo lunare”.

Detta molto chiaramente, gli scienziati cinesi stanno cercando di capire se valga la pena trivellare la Luna, e a quali condizioni sia eventualmente possibile farlo. Estrarre materiali dalla Luna per aumentare le fonti di energia rinnovabile sulla Terra è lo scopo apertamente dichiarato della Cina.

Secono Ian Crawford, docente di Astrobiologia all’Università di Londra, l’idea di “minare” il suolo lunare per estrarre energia da destinare alla Terra è “un progetto lontano, nella migliore delle ipotesi”. I costi per l’estrazione ed il trasporto del materiale dalla Luna, spiega, saranno comunque estremamente più alti di qualunque cosa ci inventassimo per creare energia pulita sulla Terra.

“In ogni caso” ammette Crawford “misurare le concentrazioni di Elio-3 su diversi punti della Luna ha la sua validità scientifica”, in quanto ci permetterà in ogni caso di conoscere qualcosa in più del piccolo satellite roccioso.

Come afferma infatti il capo della ricerca dell’Istituto di Geologia dell’Uranio “la ricerca non ha soltanto grande valore nel potenziale futuro sfruttamento delle risorse naturali della Luna, ma ha grande significato per lo studio scientifico della Luna in generale”.

Altrove, gli altri 12 campioni di materiale lunare servono infatti a scopi più generali: all’Accademia Cinese delle Scienze si stanno datando le rocce lunari, mentre Li Chunlai, vice-direttore dell’Osservatorio Astronomico Nazionale cinese, plaude apertamente allo studio diffuso del materiale.

Lo studio delle rocce lunari “può riempire gli spazi vuoti nella stessa storia geologica della Terra”, le cui tracce più antiche sono state in buona parte cancellate dall’attività del pianeta.

A breve, continua Li Chunlai, avremo i primi risultati degli studi sui campioni di materiale lunare, ed una nuova missione sulla Luna è prevista per il 2024.