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Come comunicano i gatti? Uno studio classifica 8 tipi di segnale

La comunicazione tra uomo e gatto: classificati gli 8 tipi di segnale che il gatto usa per comunicare. Il progetto Meowsic è appena iniziato.

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Gli 8 modi che hanno i gatti per comunicare Fonte foto: 123RF

Classificato da Linneo già nel 1758 il felis catus, o gatto domestico, vive insieme a noi da oltre 10.000 anni ed è uno degli animali domestici più diffusi al mondo – con oltre 600 milioni di esemplari.

Susanne Schötz, linguista dell’Università di Lund, in Svezia, ha dedicato tutta la sua vita da ricercatrice a raccogliere, definire e classificare i diversi “vocalizzi” felini. La cosa non soltanto le è valsa un meritatissimo premio IG nobel, ma è riuscita a far luce su come i gatti comunicano con noi, e su come noi percepiamo il loro modo di comunicare.

Gli otto tipi di vocalizzi dei gatti

I gatti non miagolano soltanto, chiunque viva insieme ad un piccolo felino lo sa perfettamente: squittii, friniti, cinguettii e gorgheggi sono parte di un repertorio di vocalizzazioni che, a quanto pare, i gatti hanno sviluppato per meglio comunicare con gli amici umani.

Secondo Schötz, infatti, si registra nei gatti domestici un repertorio vocale “più estensivo, variabile e complesso” rispetto agli altri membri dell’ordine dei mammiferi. Ciò può essere spiegato con la loro organizzazione sociale, ma anche con lo stretto rapporto con mamma gatto e con gli umani.

La ricerca inizia dai suoni emessi a bocca chiusa: quelli tipici delle fusa ma anche il gorgheggio tra il cinguettio e il mormorio che i gatti presentano quando si avvicinano ad un amico, felino o umano che sia. Si tratta di vocalizzi che generalmente significano “Non sono una minaccia” o “Continua a fare quello che stai facendo”.

Prevedono l’apertura della bocca i miagolii, il rapido squittio con cui i gatti comunicano tra loro, e quel lamento tipico dei gatti che vogliono qualcosa, una sorta di miao svogliato che in genere richiede cibo o attenzioni.

Non tutti i miagolii sono uguali: al “meow” assertivo o amichevole tipico della conversazione felina, si aggiunge un particolare miagolio funzionale sviluppato dai gatti essenzialmente per comunicare con gli umani, che si può riconoscere dall’evidente suono “iau”, non sempre incluso nelle comunicazioni tra felini.

Gli altri suoni emessi dai gatti sono generalmente legati a contesti di attacco o difesa: il ringhio, il sibilo appena precedente un attacco, il lamento, il frinire del singolare cinguettio rivolto alle prede, e quello strano modo di imitare le prede che sembra un folle chiacchericcio. Tra i segnali rivolti alle prede, vengono inoltre distinti gli stridii “simili allo squillo di un telefono” da quelli più deboli, che imitano appunto il cinguettio della preda per eccellenza.

Il progetto Miausica

La ricerca sulle vocalizzazioni dei gatti domestici è parte di un progetto di ricerca più ampio, sponsorizzato ovviamente dalla Dottoressa Schötz, che porta il nome di Meowsic – traducibile in italiano come “Miausica” o qualcosa del genere.

Il progetto, diviso in due parti, intende investigare “le caratteristiche prosodiche delle vocalizzazioni feline e la comunicazione tra umano e gatto”. Il primo passo del progetto è appunto quello che, negli anni, ha permesso di categorizzare in senso linguistico e fonetico tutte le più frequenti espressioni dei gatti domestici.

Dallo studio emerge che i “miao positivi” sono generalmente caratterizzati da una breve durata e da un’intonazione crescente, mentre le espressioni di rabbia o frustrazione presentano durate più lunghe ed una certa tendenza calante, in termini di melodia.

La seconda parte della ricerca, appena iniziata, è tesa invece ad approfondire “come gli umani percepiscono i segnali vocali dei gatti”. Dopo aver investigato come i gatti modificano l’intonazione dei propri vocalizzi quando si rivolgono ad altri gatti e quando invece stanno comunicando con gli umani, il team di Schötz si occuperà di studiare come i gatti percepiscono le espressioni umane a loro rivolte.

Lo studio cercherà di svelare se i gatti riescano a riconoscere le voci familiari da quelle di sconosciuti, le espressioni rivolte a loro da quelle rivolte ad altri umani, e se abbiano un pattern d’intonazione preferito.

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