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Come funziona l'app per il tracciamento dei contagi da Covid-19

Il Governo sta pensando a un'applicazione che contrasta la diffusione del Covid-19: ecco come dovrebbe funzionare e i problemi per la privacy

app coronavirus Fonte foto: Shutterstock

I dati della Protezione Civile degli ultimi giorni segnalano un aumento dei contagi da Covid-19 e il picco non sembra ancora essere stato toccato. Le Regioni del Nord sono oramai allo stremo e il Governo sta pensando di cambiare strategia e di adottare la stessa politica della Corea del Sud: aumento dei tamponi e utilizzo di un’applicazione per tracciare i positivi e ricostruire i movimenti, in modo da poter mettere in quarantena i possibili positivi.

Un’operazione che fa sorgere molti dubbi, soprattutto sotto il punto di vista del rispetto e della tutela della privacy, ma in casi eccezionali ci può essere una deroga. Per il momento il Governo non ha ancora preso nessuna decisione, ma al Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono già arrivate diverse proposte di applicazioni, tra cui quella di Luca Foresti, AD della rete di poliambulatori specialisti Centro medico Santagostino, che sta lavorando insieme ad alcune aziende italiane specializzate in marketing e sviluppo software per realizzare un’app sul modello sudcoreano. Applicazione che sarebbe già pronta per l’utilizzo.

Come funziona l’app per il tracciamento dei contagi

In un’intervista al Corriere della Sera, Luca Foresti ha spiegato il funzionamento dell’applicazione. Per lo sviluppo ha formato una onlus sotto la direzione tecnico-scientifica del presidente dell’Accademia dei Lincei e di Diego Piacentini, ex commissario di AgID. La realizzazione dell’app è stata affidata a Bending Spoons, azienda italiana specializzata nello sviluppo di applicazioni per Android e iOS, Jakala, società di marketing digitale e Geouniq, azienda che ha sviluppato un programma per la geolocalizzazione.

L’applicazione ha uno scopo ben preciso: limitare la diffusione dei contagi. In questo momento è necessario limitare il più possibile il contagio, in modo da non ingolfare gli ospedali che altrimenti andrebbero in sofferenza. Il funzionamento dell’app è piuttosto semplice: la si scarica sullo smartphone e una volta individuate le persone positive si ricostruiscono tutti i movimenti, in modo da capire con chi si è entrati in contatto. Mettere in quarantena preventiva aiuta a diminuire la diffusione del Covid-19.

App per i tracciamenti: problema privacy

Sono oramai diversi giorni che si parla della possibilità del lancio dell’applicazione, ma i dubbi e le perplessità sulla privacy sono molte. Chi avrebbe accesso ai dati? Chi ne sarebbe il proprietario? I dati sono anonimi o è possibile rintracciare la persona? Domande a cui è necessario trovare una risposta e in parte il pool di esperti che stanno lavorando all’app già le hanno.

L’unica ad aver accesso ai dati sarebbe la Protezione Civile, in modo da poter agire tempestivamente e avere sotto controllo la situazione dei contagiati in tutta Italia. Per quanto riguarda la privacy delle persone, l’applicazione non ha accesso a dati sensibili come nome, cognome o il numero di telefono.

Sulla questione, però, è intervenuto anche il Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali che ha rilasciato un’intervista a Tiscali News sul tema. Il concetto di Antonello Soro è molto semplice: l’ordinamento italiano è molto diverso rispetto a quello cinese e coreano e prima di lanciare un’applicazione che permette un controllo da remoto dei movimenti degli utenti è necessario prendere tutte le precauzioni del caso.