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Come scegliere la connessione Internet per telelavoro e smart working

Per lavorare da remoto senza problemi e senza limiti è necessaria una connessione veloce e stabile, ecco cosa si può fare con ognuna delle tecnologie oggi disponibili.

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La connessione a Internet, in caso di telelavoro e smart working, è un fattore da valutare attentamente perché non solo è il requisito fondamentale per poter lavorare da casa, ma è anche lo strumento che abilita (o impedisce) diverse attività lavorative.

La connessione più veloce di tutte, cioè la fibra ottica FTTH, permette oggi di svolgere a pieno lo smart working mentre una semplice ADSL potrebbe non bastare per molte attività. Mettiamo il caso delle videochiamate: se l’utente sta seguendo un corso online allora avrà bisogno di una connessione sufficientemente veloce in download, ma non avrà grandi necessità in upload: al massimo, se dovrà fare una domanda, la potrà fare in solo audio disattivando la videocamera se la connessione non è sufficiente. Ma se l’utente è a capo di un team che sta lavorando da remoto e deve trasmettere la sua immagine, la sua voce e, magari, delle slide o dei video esplicativi allora non potrà fare tutto ciò con una connessione mediocre. E, soprattutto, non potrà farlo con una connessione instabile.

Smart working: cosa si può fare con l’ADSL

Oggi l’ADSL è la connessione minima per fare telelavoro: non crea problemi se il lavoratore deve svolgere semplicemente lavoro da ufficio, leggere e inviare email o qualche foglio di lavoro o documento Word. Ma se deve inviare e ricevere file di grosse dimensioni inizia già a creare problemi.

E’ il caso di un professionista della grafica e del video: se deve mandare uno spot pubblicitario da diverse centinaia di MB ad un cliente, magari più volte perché dovrà fare delle modifiche, allora rischia di passare troppo tempo in attesa dell’upload dei file.

Con l’ADSL è possibile fare videochiamate e videoconferenze, ma è assai probabile che audio e video non siano fluidi e che ci siano grossi problemi in caso i partecipanti alla riunione siano più di tre.

Smart working: cosa si può fare con la fibra FTTC

Con la fibra ottica FTTC, cioè Fiber to the cabinet (fibra fino all’armadietto in strada, sul marciapiede) è oggi possibile fare quasi tutto: la velocità di queste connessioni è di solito 100 MB al secondo in download e 10 MB al secondo in upload.

Se l’armadietto di cui sopra non è troppo affollato perché in pochi hanno una FTTC in zona, quindi ci sono pochi utenti che stanno sfruttando la stessa “porta” verso la fibra ottica, allora difficilmente un utente in telelavoro sentirà la necessità di una connessione migliore.

A meno che in casa non ci sia qualcun altro che sta sfruttando pesantemente la connessione: se il figlio sta su YouTube o su Twitch e il partner su Netflix, allora anche una FTTC può zoppicare in caso di videoconferenza.

Smart working: cosa si può fare con la fibra FTTH

Questi limiti svaniscono con una fibra FTTH, tecnologia che prevede che il cavo in fibra ottica arrivi direttamente dentro casa e venga connesso al modem router. Le velocità teoriche sono dieci volte superiori a quelle, già molto buone, della fibra FTTC misto rame e mettere in crisi una connessione del genere è oggi molto difficile.

Al massimo, in uno scenario di utilizzo massiccio della connessione FTTH da parte di più utenti contemporaneamente, quello che può andare in crisi è il router. In casi del genere, però, è possibile mantenere lo stesso abbonamento a Internet FTTH ma cambiare il router Wi-Fi con uno più performante e in grado di gestire meglio più flussi dati contemporaneamente. Di solito i router del genere sono facili da riconoscere perché hanno 4 o addirittura 6 antenne.