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A breve i computer sapranno imitare perfettamente la nostra voce

Si tratta di un deepfake, che potrebbe avere ricadute positive: il caso Kilmer. Come i computer impareranno a parlare con la nostra voce.

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A breve i computer sapranno imitare perfettamente la nostra voce Fonte foto: 123RF

La possibilità di clonare la propria voce sarà in futuro sempre più accessibile. Le aziende che offrono questo servizio stanno inoltre lavorando sull’accuratezza del risultato: dimenticate le voci elettroniche a cui siamo abituati, il futuro dello speaking artificiale sarà sempre più indistinguibile dalla voce della persona “sintetizzata”.

Creare la propria voce al PC: come faremo

Funziona così: per clonare la propria voce, viene letta, mentre un computer registra, una sceneggiatura. A volte capiterà di dover tornare indietro per ripetere alcune linee di testo, in modo da rimediare a borbottii o suoni non scanditi perfettamente. Tutto sommato, l’intero processo prende soltanto 30 minuti, ai quali vanno aggiunte alcune ore di elaborazione da parte del software. Quindi sarà pronta la propria voce: che un PC può a questo punto riprodurre magari “leggendo” le righe nelle chat che siamo stati noi stessi a scrivere.

Si tratta di una tecnologia che spaventa, come spaventano tutte le cose che avvicinano le capacità delle macchine a quelle degli esseri umani: saranno forse quindi innanzitutto chiare le criticità che presentano simili applicazioni dell’intelligenza artificiale. Si tratta a tutti gli effetti di un deepfake, che però si sviluppa unicamente sul fronte audio. I deepfake si definiscono infatti come media sintetici in cui una persona, in un’immagine o in un video, viene sostituita o clonata artificialmente, insomma contenuti falsificati e all’occorrenza fake news che sfruttano innovative tecniche di apprendimento automatico e intelligenza artificiale.

Due esempi: il caso di Bourdain e quello di Kilmer

Non ha mancato di suscitare polemiche, ad esempio, la scelta degli autori del documentario Roadrunner: A Film About Anthony Bourdain, dedicato lo chef morto suicida. In questa occasione infatti, alcune righe messe nero su bianco dalla mano della celebrità americana erano state trasformate in una voce fuori campo proprio sfruttando un software di sintesi vocale. Le polemiche si concentravano sulla spettacolarizzazione di una tragica vicenda a fini commerciali.

La reazione del pubblico con quanto fatto con Val Kilmer invece è stata del tutto opposta: la voce dell’attore è infatti stata danneggiata nel 2014 dopo una tracheotomia resasi necessaria per trattare un cancro alla gola. Grazie all’intervento di un software analogo a quelli fin qui descritti, Val Kilmer può adesso utilizzare una versione elettronica della sua voce molto efficace. Questo dimostra come la contestata tecnologia della sintesi vocale possa avere anche applicazioni ampiamente percepite come positive.

Giuseppe Giordano

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