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COP26: cos'è la conferenza sul clima di cui tutti parlano

Cos'è la COP26, la grande Conferenza ONU sul Clima che potrebbe cambiare per sempre le sorti del pianeta grazie all'impegno di tutti i Paesi del mondo

COP26: la Conferenza ONU sul Clima Fonte foto: iStock - freie-kreation

In questi giorni la stampa di tutto il mondo è concentrata sulla COP26, l’importante Conferenza delle Nazioni Unite che potrebbe cambiare il destino del pianeta Terra.

Organizzata dal Regno Unito in partenariato con l’Italia, la COP26 avrebbe dovuto svolgersi lo scorso anno presso il SEC Centre di Glasgow, ed è stata rimandata al 2021 a causa della pandemia.

Anticipata dal G20 di Roma, in cui i Paesi coinvolti hanno confermato l’impegno per il clima contro il riscaldamento climatico, la COP26 è appena entrata nel vivo.

Cos’è la COP26?

Da ormai quasi trent’anni l’ONU riunisce i vertici di pressoché tutti i Paesi del mondo nelle Conferenze delle Parti sul clima, le cosiddette COP. La COP26 è quindi il ventiseiesimo vertice mondiale sul clima, ed è nota anche come Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Che i cambiamenti climatici siano passati da essere una preoccupazione ad una concreta emergenza capace di cambiare gli equilibri globali è cosa purtroppo nota. Tra i premier giunti a Glasgow, Boris Johnson parla di “un minuto all’ora zero”, mentre Draghi sostiene una “campagna permanente” di valutazione sul clima.

È ormai chiaro che la Terra non può aspettare: la COP26 è ad oggi uno dei vertici globali più importanti di sempre, dai cui tavoli possono emergere scelte e soluzioni capaci di cambiare per sempre le sorti del pianeta.

La COP26 è anche sede della 16esima Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto sulle emissioni dei gas serra e della terza Conferenza sull’Accordo di Parigi, che punta a limitare l’aumento della temperatura globale contrastando così gli effetti del cambiamento climatico.

Secondo l’Accordo di Parigi, i 183 Paesi che hanno deciso di sottoscrivere il trattato devono svolgere ogni 5 anni delle verifiche sugli impegni assunti a Parigi.

Si chiama “meccanismo al rialzo”: ci si aspetta che ogni Paese presenti nel corso del COP26 soluzioni e contributi “migliorati” rispetto ai dati della COP21, che si è svolta nel 2015 e che ha condotto all’Accordo di Parigi. La COP26 è quindi la prima verifica degli impegni per il clima sottoscritti dai Paesi presenti a Parigi.

L’impegno per il clima

Le finalità ultime della COP26 sono state chiarite dal presidente della Conferenza, Alok Shama: oltre al rispetto di quanto sottoscritto nell’Accordo di Parigi da parte dei singoli Paesi, la Conferenza mira ad aumentare i contributi determinati dalle singole nazioni e dare un indirizzo al futuro dell’economia industriale globale che sia compatibile con la salute del pianeta.

Tra gli scopi della COP26 c’è quello di garantire un fondo di 100 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo, obiettivo che si sarebbe dovuto già raggiungere nel 2020, e di definire l’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi – in pratica l’ultima parte rimasta da scrivere dell’Accordo sul clima che guiderà i passi dei grandi del mondo.

Nell’Articolo 6 verranno raccolte le operazioni che i singoli Paesi, su base volontaria, decideranno di mettere in campo per la cooperazione internazionale in materia di lotta al cambiamento climatico.

Già durante il G20 che anticipava la Conferenza sul clima, i rappresentanti dei Paesi coinvolti hanno confermato il tetto previsto per il riscaldamento globale, che non potrà superare 1,5 °C.

Secondo gli esperti, ratificare il tetto di 1,5 gradi nel corso della COP26 è di fondamentale importanza: “abbiamo soltanto gli ultimi anni del decennio per fare una grande inversione di rotta” afferma Christiana Figueres, che fu presidente della Convenzione ONU sul Clima.

Attualmente le emissioni globali toccano i 40 miliardi di tonnellate di CO2. Mantenere il tetto di 1,5°C significa diminuire drasticamente le emissioni entro il 2030, almeno della metà.

Intanto, per scongiurare la crisi energetica, la Cina – responsabile da sola di quasi il 30% delle emissioni globali – ha aumentato la produzione di carbone a oltre un milione di tonnellate al giorno. E dire che nelle stesse ore, a Glasgow, le grandi potenze del mondo riunite a difesa del clima stanno ratificando per disincentivare l’uso dei combustibili fossili.