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Dash Button, la fine è vicina: quando verranno disattivati

I pulsanti per gli acquisti immediati vengono mandati fuori produzione e disattivati a partire dal 31 agosto. Gli utenti potranno usare quelli virtuali nel sito

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Dash Button Fonte foto: Amazon

Introdotti nel 2015, i Dash Button dovevano, nei piani di Amazon, cambiare il modo in cui facevamo shopping. Grandi poco più di una “chiavetta” bancaria (quella per generare i codici univoci, che presto andrà in pensione), permettevano di acquistare prodotti come detersivi, biscotti, pasta, fazzolettini e altri oggetto di uso quotidiano semplicemente premendo sull’unico pulsante presente.

Collegati direttamente al nostro account Amazon, servivano per automatizzare quelli che dovevano essere i nostri acquisti ripetuti. Sta per finire il caffè? Si pigia il pulsante e il giorno dopo sono a casa. È rimasto poco detersivo per la lavatrice? Stesso procedimento. Nel giro di poco tempo diversi brand lanciarono il loro Dash Button, ma la fortuna di questi dispositivi è stata breve. Anche se semplici da utilizzare, non sono mai stati troppo diffusi e, con l’arrivo degli smart speaker, sono diventati di fatto inutili.

La fine dei Dash Button

A partire dal prossimo 31 agosto in tutto il mondo non sarà più possibile effettuare ordini online utilizzando i Dash Button. È Amazon a comunicarlo con una nota ufficiale nella quale, dopo aver ricordato come le differenti opzioni di acquisto si siano ormai evolute nel tempo, invita i propri clienti a continuare ad ordinare i loro prodotti preferiti tramite i pulsanti Dash virtuali gratuiti presenti sul sito di Amazon e sull’app mobile.

Il flop dei Dash Button

Come detto, tra le principali cause che hanno “forzato” la mano di Amazon troviamo la comparsa degli smart speaker. La maggior diffusione di Alexa e degli Echo ha fatto sì che i Dash Button fossero rimpiazzabili da semplici comandi vocali. Inoltre, i Dash Button non permettono all’utente di controllare eventuali variazioni del prezzo dell’articolo che si intende acquistare. Una questione delicata, tanto che lo scorso inverno il Governo della Germania fu costretto a metterli al bando dopo le accese proteste degli acquirenti tedeschi.