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Digitale: dal 1 maggio 18 milioni di TV da risintonizzare

Nell'ultimo pacchetto di Regioni italiane inizia in refarming delle frequenze: sono 5, con 17,8 milioni di abitanti e milioni di TV da risintonizzare, ma non subito. Ecco quando

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E’ l’ultimo step di questa fase della transizione al digitale terrestre di seconda generazione, ma è il più grosso di tutti per numero di telespettatori interessati: dal 1° maggio al 30 giugno 2022 le ultime 5 Regioni italiane entrano in “refarming“. La popolazione di queste regioni è pari a quasi 18 milioni di abitanti.

Non tutti avranno la televisione, qualcuno ne avrà due o persino tre. Tutti coloro che ne hanno almeno una, ad un certo punto tra la data di inizio e quella di fine, dovranno risintonizzare la TV perché molti canali non si vedranno più. Non è la prima volta che succede ma, almeno si spera, questa sarà l’ultima: passata questa fase, infatti, non ci saranno più motivi tecnici che ci obbligheranno a risintonizzare la TV. Il successivo step, cioè il passaggio al codec HEVC-Main10 previsto per il 2023, non comporterà infatti modifiche alle frequenze dei canali già sintonizzati, né spostamenti di numerazione.

Perché le TV cambiano frequenza

Il fenomeno che interesserà in queste settimane 18 milioni di abitanti (sulla carta, per la precisione, sono 17,8) è il “refarming delle frequenze” e, a dirla tutta, si “incastra” nello switch off più di farne realmente parte. In pratica tutte le emittenti TV che trasmettono su frequenze della banda dei 700 MHz (694-790 MHz), dovranno liberare tali frequenze.

Il motivo è semplice: lo Stato ha venduto a fine 2018 quelle frequenze agli operatori telefonici, che le useranno per la rete 5G. Su queste frequenze, oggi, trasmettono soprattutto emittenti locali ma, in alcuni territori, anche emittenti nazionali (compresa la RAI).

Le emittenti che cedono la frequenza vengono spostate su altre frequenze, dove ci sono altre emittenti. Ci possono stare tutte perché, nei mesi scorsi, tutti i canali sono passati dal codec Mpeg 2 a quello Mpeg 4. Grazie a questo cambiamento tecnico (che fa parte dello switch off), servono “meno onde radio” (ci perdonino i fisici: è una semplificazione estrema) per trasmettere le stesse informazioni.

In questo modo, quindi, con meno onde radio si trasmettono più canali e quelle lasciate libere si usano per il 5G. Non fa una piega, ma cosa cambia nella pratica per il telespettatore medio?

Refarming in pratica: cosa bisogna fare

In una parola: aspettare. Non bisogna far altro che aspettare, perché il refarming non arriva in tutti i Comuni nello stesso giorno e alla stessa ora. C’è un preciso calendario del refarming, redatto dai tecnici del Ministero dello Sviluppo economico insieme agli editori TV, e prima o poi arriva il giorno che tocca al vostro comune. Per la precisione, al ripetitore dal quale ricevete il segnale.

Ecco: quel giorno non vedrete più molti canali, perché avranno cambiato frequenza. Quindi sarà facile capire quando è arrivato il refarming che, solitamente, dura poche ore o un giorno al massimo. Alla fine dei lavori sul ripetitore le frequenze assegnate ad ogni emittente diventano definitive, ma chi ha risintonizzato la mattina potrebbe doverlo rifare la sera. Un po’ di pazienza.

Refarming: le ultime 5 Regioni

Tutto quello che vi abbiamo appena descritto avverrà, dal 1° maggio al 30 giugno secondo il calendario già citato, nelle seguenti 5 Regioni italiane:

  • Liguria
  • Toscana
  • Umbria
  • Lazio
  • Campania

Se abitate in una di queste Regioni e, nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, vi sparisce qualche canale dalla TV allora non vi preoccupate: è il refarming, basta risintonizzare.

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