Libero
SCIENZA

Questa settimana siamo stati investiti da una grossa eruzione solare

In Italia non ce ne siamo accorti, ma gli abitanti dell'Inghilterra e della Tasmania, ad esempio, sì. Che conseguenze ha avuto l'eruzione solare di questa settimana.

Pubblicato:

Questa settimana siamo stati investiti da una grossa eruzione solare Fonte foto: 123RF

Nel giorno 9 ottobre, l’attività del Sole ha conosciuto un evento particolare, che ha investito direttamente la Terra, colpita però tre giorni dopo, e cioè il 12 ottobre. Si è trattato di una eruzione solare attentamente monitorata dalla NASA: l’agenzia spaziale americana ha parlato di un bagliore di classe M1.6 e di un’espulsione di massa coronale, comunemente indicata dalla sigla CME. Nei fatti si è trattato di un diluvio di particelle elettricamente cariche e molto veloci, propagatesi dal Sole fino al nostro pianeta.

Quali conseguenze ha avuto la eruzione solare: l’aurora boreale e australe

Si è trattato di un evento grosso e rilevante, ma che neanche ha avuto le conseguenze drammatiche dei brillamenti solari più potenti mai registrati: rispetto al picco dell’attività solare più elevato mai registrato dalle strumentazioni degli scienziati, il bagliore di sabato scorso è stato cento volte meno potente. Un confronto con il cosiddetto “evento di Carrington” avrebbe contribuito a ridimensionarne ulteriormente la portata, ma quella che è stata definita “la tempesta geomagnetica più forte della storia” risale pur sempre al 1859 e non è stata registrata con l’accuratezza dei dispositivi moderni.

In fin dei conti, l’unica conseguenza apprezzabile dell’ultima tempesta solare è stato lo spettacolo dell’aurora boreale e dell’aurora australe. Le particelle elettriche rilasciate dal Sole sono state infatti spinte dal campo magnetico terrestre verso il Polo Sud e il Polo Nord. E così l’aurora notturna si è vista a nord dell’Inghilterra, nell’Iowa e nel Nebraska (Stati Uniti) e, a sud dell’Equatore, in Tasmania e in alcuni luoghi della Nuova Zelanda.

Gli abitanti dei luoghi investiti dallo spettacolo non hanno perso occasione per scattare foto da condividere sui social. Per gli scienziati, l’evento ha rappresentato un’ulteriore occasione di studio e approfondimento. In particolare, l’ufficio delle operazioni meteorologiche spaziali da Luna a Marte della NASA ha stimato che le particelle CME viaggiavano a circa 983 chilometri al secondo al momento del rilascio.

I rischi di una eruzione solare e l’importanza della ricerca

Questa volta insomma insomma è andata bene, ma i ricercatori hanno più volte colto l’occasione di una tempesta solare per sottolineare che “non sappiamo molto dell’interno del Sole”, nonostante sia “estremamente importante saperne di più se vogliamo comprendere il clima solare, che può avere un impatto diretto sulla Terra”. Alcune ricerche ad esempio hanno ipotizzato il rischio di un collasso per internet. Il Sole è la minaccia definitiva per la Terra: infatti un giorno morirà, inghiottendo il nostro pianeta e tutto quello che contiene.

Giuseppe Giordano