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ESport, i medici lanciano l'allarme infortuni: i rischi più frequenti

Lo conferma uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine che ha esaminato 65 giocatori di college

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esport Fonte foto: 123RF

Gli eSport sono considerati ormai attività sportive a tutti gli effetti, anche se ancora si fatica a eliminare alcuni pregiudizi. Uno dei luoghi comuni più diffusi tra chi non conosce il mondo esportivo è quello di credere che questo tipo di sport non sia ‘fisico’. Che non coinvolga, cioè, il corpo, ma che si limiti alla sfera mentale dell’atleta. Chi pensa a un proplayer non sempre sa che dietro ai suoi successi c’è anche l’allenamento fisico.

E, come in tutte le discipline, anche i professionisti esportivi sono soggetti a infortuni. L’allarme è stato lanciato da alcuni medici, soprattutto negli Stati Uniti, che hanno chiesto che i giocatori di eSport all’interno delle scuole e dei college, siano trattati come gli atleti di altre attività sportive. Questo perché, come abbiamo detto, anche gli sport elettronici possono provocare ‘incidenti’ a causa del duro allenamento.

“Alcuni giorni non gioco affatto a causa di scuola e lavoro, ma quando gioco, potrebbe durare da tre a sei ore”, ha spiegato a CBS News Ryan Harran, giocatore professionista per i Cy-Bears al New York Institute of Technology. “C’è sicuramente affaticamento degli occhi”, ha detto il suo collega Daniel Singh. Entrambi i ragazzi affermano che l’intensità della pratica richiede un caro prezzo dal punto di vista fisico.

Lo conferma uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine che ha esaminato 65 giocatori di college e ha scoperto che si allenavano per una media di circa 5-10 ore al giorno, lamentando lesioni da uso eccessivo, dolore alla mano e al polso, ma anche al collo e alla schiena.

“Una cattiva postura può produrre forze esponenziali sul collo, sulla schiena, sulla spalla. L’affaticamento degli occhi è il disturbo più comunemente riportato, causato da queste immagini pixelate che vedi quando stai giocando su un computer. Si tratta di 500 movimenti di azione al minuto. Quindi c’è molto pensiero ad alta velocità, e questo affatica gli occhi a lungo andare” – ha spiegato la dottoressa Hallie Zwibel del NYIT Center for Sports Medicine, autrice della ricerca.

Tra gli infortuni riportati dalla Zwibel c’è anche l’insonnia, a causa della luce blu proveniente dagli schermi che può sopprimere l’ormone della melatonina. Queste problematiche spiegano perché i giocatori protagonisti concludano la loro carriera da giovanissimi.

Negli Stati Uniti attualmente sono circa 80 i college e le università che hanno squadre di eSport. I ricercatori sostengono che le scuole debbano fornire piani di prevenzione e trattamento per gli infortuni delle attività esportive così come fanno con gli atleti tradizionali. Secondo la Zwibel dovrebbero fare attenzione anche i giocatori non professionisti, perché potrebbero subire anche loro lesioni da uso eccessivo e affaticamento degli occhi.

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