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Facebook cambia i termini di servizio: le novità

Il social si riserva la possibilità di rimuovere contenuti che potrebbero causarle cause in tribunale, ma gli utenti parlano apertamente di fine della libertà di espressione

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Facebook Fonte foto: Chinnapong / Shutterstock.com

Dal primo ottobre 2020 cambiano i termini e le condizioni del servizio di Facebook e già tanti parlano di “fine della libertà di espressione online“. Il social di Mark Zuckerberg sta avvertendo in questi giorni i suoi utenti (al momento quelli americani) con un messaggio pop up che sta facendo parecchio discutere, soprattutto per l’aggiunta di una nuova condizione non prevista prima.

Una aggiunta che, a molti, sembra solo il tentativo di Facebook di proteggersi da eventuali controversie legali per i contenuti condivisi dai suoi utenti. Si tratta infatti di un grosso cambiamento rispetto al passato: se prima Facebook diceva di non essere responsabile per quello che postano i suoi utenti, adesso annuncia che se lo riterrà opportuno procederà a cancellare i contenuti che potrebbero causarle una citazione in giudizio. E lo dice apertamente, senza mezzi termini. I nuovi termini di servizio di Facebook in vigore dal 1° ottobre, quindi, riaprono il dibattito sul conflitto tra libertà di espressione e diritto del social di tutelare i suoi interessi e non essere coinvolto in controversie legali.

Cosa dicono le nuove regole di Facebook

Le poche frasi aggiunte ai nuovi termini di servizio di Facebook sono queste: “Possiamo anche rimuovere o restringere l’accesso ai tuoi contenuti, servizi o informazioni, se riteniamo che farlo sia ragionevolmente necessario per evitare o mitigare contraccolpi legali o delle autorità di regolazione per Facebook“.

In buona sostanza, a partire da ottobre, Facebook potrà eliminare o rendere invisibile un nostro post, video, o una foto se ritiene che lasciare tale contenuto online possa causare qualche grana legale per l’azienda. Il problema, però, è che si tratta di un controllo preventivo: se Facebook ritiene il contenuto a rischio lo elimina, prima di aver ricevuto qualsivoglia avvertimento dalle autorità.

Fine della libertà di espressione?

Sono in molti a pensare che questi nuovi termini di servizio rappresentino l’inizio della fine della libertà di espressione su Facebook. Fino ad ora, infatti, la libertà su Facebook è stata praticamente assoluta e al massimo il social blu è stato criticato per i contenuti che non ha rimosso, più che per quelli che ha tolto. Facebook, ad esempio, è uno dei social dove il cyberbullismo si esprime quasi senza alcun controllo e servono diverse segnalazioni per far rimuovere un post problematico.

In molti associano le nuove regole di Facebook alle elezioni americane: martedì 3 novembre 2020 si vota per confermare Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti o per sostituirlo con Joe Biden. A inizio agosto Facebook ha rimosso, per la prima volta, un video pubblicato da Donald Trump: in questo video il Presidente diffondeva notizie scientificamente errate sul coronavirus (“i bambini sono quasi immuni“) e il social ha affermato di averlo rimosso perché costituisce una violazione della policy di Facebook sulle notizie inerenti il Covid-19.

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