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Facebook e Google non accessibili in Europa? Cosa prevede il GDPR

Alcuni portali USA non sono più visitabili ai cittadini europei per colpa del GDPR. Facebook e Google, accusate di averlo infranto, rischiano lo stesso destino?

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Google e Facebook offline

Lo scenario è di quelli preoccupanti, quanto meno per chi è solito navigare online e utilizzare servizi come Google e Facebook. Secondo un gruppo di attivisti europei per la difesa della privacy, Google e Facebook non rispetterebbero i dettami del GDPR, il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati.

L’esposto è stato presentato il 25 maggio (giorno dell’entrata in vigore del GDPR) dall’organizzazione non governativa Nyob (acronimo di Not your own business, traducibile con “Non sono affari tuoi”), guidata dal giurista austriaco Max Schrems, che già in passato aveva avuto modo di criticare alcune posizioni assunte da Facebook in tema di trattamento dei dati personali. In questo caso, Nyob e Max Schrems hanno puntato il loro dito verso Facebook, Instagram WhatsApp e Android, ree a loro dire di non aver rispettato mai il regolamento europeo per la protezione dei dati.

Schrems porta a esempio il comportamento a suo dire poco corretto di Facebook. Il social network, infatti, avrebbe bloccato gli account degli utenti che rifiutavano di accettare le nuove policy sul trattamento dei dati. Di fatto, per continuare a usare la rete sociale ideata da Mark Zuckerberg si sarebbe forzati ad accettare le condizioni scritte, altrimenti addio a profilo, foto e amici. “Alla fine – argomenta l’attivista austriaco – l’unica scelta che hanno gli utenti è quella di cancellare il profilo o accettare le condizioni imposte”.

Cosa succede se Facebook e Google non rispettano il GDPR

Nel caso in cui Nyow e Schrems dovessero avere ragione – e l’esperto giurista austriaco ha avuto già modo di far valere le sue ragioni rispetto a quelle dei big della Silicon Valley – potrebbero aprirsi, come detto, degli scenari inquietanti. Ma non tanto per gli utenti, quanto le stesse società coinvolte. Anche se alcuni portali statunitensi di informazione non sono al momento raggiungibili e visitabili da indirizzi IP europei a causa del GDPR, Facebook, WhatsApp e Google rischierebbero “solamente” una multa di dimensioni colossali. Stando al regolamento, infatti, in caso di mancata ottemperanza alle direttive sulla protezione dei dati, le società rischiano una multa fino al 4% del loro bilancio annuale. Una cifra molto elevata, vista la capacità di produrre utili e profitti da parte dei due giganti: secondo alcuni analisti la multa potrebbe aggirarsi attorno ai 9,4 miliardi di dollari, la più grande mai comminata.