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Facebook sa sempre dove ti trovi, anche se vieti il tracciamento

Il social ammette di tracciare sempre la posizione dei suoi iscritti, anche se hanno scelto di disattivare la geolocalizzazione. Ecco come fa e perché lo fa

facebook Fonte foto: Allmy / Shutterstock.com

Se vuoi proteggere la tua privacy disattivare il tracciamento della posizione del tuo smartphone, rilevata attraverso il GPS o le reti mobili e Wi-Fi, non basta. Lo dice la stessa Facebook, che afferma di sapere sempre da dove si collegano i suoi utenti e, dalle parole del colosso dei social, possiamo intuire che non solo Facebook raccolga queste informazioni.

In una lettera inviata ai senatori degli Stati Uniti, che da anni chiedono conto e ragione a Mark Zuckerberg delle politiche adottate per proteggere i dati degli americani, Facebook ha ammesso di essere in grado di sapere dove si trova ognuno dei suoi utenti in qualunque momento del giorno, anche se l’utente ha scelto di non condividere la sua posizione. Secondo quanto scrive Facebook ai senatori americani, inoltre, tutto ciò sarebbe un bene per l’utente e, paradossalmente, per la sicurezza sua e del suo smartphone. Tutto ciò non ha fatto altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco della polemica nei confronti di Facebook e di come l’azienda gestisce i dati personali dei suoi utenti.

Come fa Facebook a sapere sempre dove sei

Anche se l’utente disattiva il tracciamento della posizione, Facebook ha diversi modi di sapere dove si trovi: il primo è quello di leggere le informazioni sulla posizione condivise dall’utente stesso, che spesso si geolocalizza da solo, la seconda è quella di tracciare l’indirizzo IP del dispositivo con il quale si connette. Quest’ultima informazione è un po’ meno precisa del tracciamento diretto, ma comunque sufficiente per sapere in che zona di una città si trova il dispositivo e quindi l’utente.

Perché Facebook traccia la nostra posizione

Facebook afferma che il tracciamento continuo della posizione è un vantaggio per l’utente. Serve infatti a proteggere gli account dalle manomissioni e a impedire i furti dei profili: se, di punto in bianco, qualcuno si collega dall’Asia ad un profilo di un utente che normalmente vive in America, Europa o qualunque altra parte del mondo, Facebook può capire che qualcosa forse non va e avvertire l’utente.

Lo fa solo Facebook?

È molto improbabile che sia solo Facebook a comportarsi in questo modo. Anche altre big del Web, come Twitter o la stessa Google, inviano ai loro utenti notifiche in caso di accessi sospetti da zone del mondo diverse da quelle già note. Ed è altrettanto improbabile che un hacker sta effettuando un accesso al nostro profilo Twitter o Google dalla Thailandia non abbia disattivato il GPS e mantenga attivo il tracciamento della posizione.