
Fatturazione elettronica: Ue al lavoro sulle nuove regole
L’Unione europea lavora a una nuova direttiva per uniformare la fatturazione elettronica negli Stati membri e semplificare la gestione dell’IVA
La Commissione europea si prepara a portare sul tavolo di Bruxelles una nuova direttiva che sancirà non solo le nuove regole per la gestione dell’IVA negli Stati membri, ma stabilirà anche le nuove regole per la fatturazione elettronica europea. Dopo l’entrata in vigore a partire dal 1° luglio 2021 delle nuove regole che disciplinano l’Imposta sul valore aggiunto (IVA) per le vendite a distanza nell’Ue, e la creazione del regime speciale dello sportello unico (OSS), ora tocca alla fatturazione elettronica.
Le prime proposte saranno discusse a Bruxelles già entro la fine del 2021, con l’obiettivo di arrivare a una nuova direttiva per l’autunno 2022. L’Italia si trova già avanti con la fatturazione elettronica, che è diventata obbligatoria a partire dal 2019 e che è sempre più utilizzata dai liberi professionisti con partita IVA e dalle aziende. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate si era già detta pronta a estendere l’obbligo anche ai possessori di partita IVA forfettaria e al regime dei minimi, e si prepara a nuove regolamentazioni nazionali. Per questo motivo, sempre più professionisti, anche forfettari, si affidano a servizi online e software gestionali come quelli di Libero SiFattura. Il piano Basic gratuito permette la creazione e la ricezione di e-fatture, mentre il piano Lite a 29 euro l’anno più IVA ne consente anche l’invio. Infine c’è il piano Pro, che a 49 euro l’anno più IVA consente anche di condividere l’accesso con commercialista e collaboratori, per tenere sempre in ordine i propri conti.
Fatturazione elettronica Ue: a che punto siamo
Ad oggi esiste già una sorta di fatturazione elettronica europea, che è definita nella direttiva 2014/55 ed è in vigore solo per gli appalti pubblici. Con la direttiva, l’Ue rese obbligatoria la fattura elettronica a partire dal 2019 per gli enti pubblici centrali e a partire dal 2020 anche per gli enti pubblici locali. In particolare, le fatture elettroniche dovevano essere ricevute nei formati XML UBL 2.1 e CII 16B, in conformità alla norma tecnica europea EN 16931.
L’obiettivo della direttiva era trovare un modello che assicurasse l’interoperabilità delle fatture tra i diversi Stati membri, così da poter automatizzare l’elaborazione dei dati. Anche stavolta, l’obiettivo della Commissione europea sarà quello di definire gli standard per la creazione di un sistema di fatturazione elettronica che sia interoperabile, indicando una regolamentazione comune per tutti i Paesi dell’Ue. Una strada già seguita con la PEC europea, per cui sono stati definiti dall’Unione gli standard tecnici da seguire e i criteri da adottare per estenderne la validità tra tutti gli Stati.
Fatturazione elettronica obbligatoria in Italia
In Italia la fatturazione elettronica è ormai stata sdoganata e sempre più aziende e liberi professionisti la utilizzano. Il governo italiano ha infatti introdotto l’obbligo di fattura elettronica dopo aver ricevuto l’approvazione dall’Ue con la decisione 2018/593, che ha portato a partire dal 1° gennaio 2019 l’obbligatorietà delle e-fatture per i possessori di partita IVA. Esenti dall’obbligo per ora solo gli iscritti al regime forfettario e dei minimi, che possono utilizzare ancora le fatture cartacee. Una situazione che potrebbe non durare a lungo: l’Agenzia delle Entrate ha già espresso l’Ue la volontà di estendere l’obbligo di fatturazione elettronica anche ai forfettari e ai minimi.
Fatturazione elettronica: i vantaggi
Negli ultimi due anni la fattura elettronica ha dimostrato di offrire numerosi vantaggi a chi sceglie questo sistema, che è sicuro, veloce e permette di avere un archivio digitale sempre consultabile. Inoltre, per chi utilizza la fatturazione elettronica, il termine di decadenza degli accertamenti fiscali da parte dell’Agenzia delle entrate scende da 5 a 4 anni.