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L'hacker che ha restituito 300 milioni perché gli hanno chiesto "per favore"

Si tratta del più grande furto di sempre nella storia delle criptovalute. L'hacker che ha restituito 300 milioni perché gli hanno chiesto "per favore".

L'hacker che ha restituito 300 milioni perché gli hanno chiesto "per favore" Fonte foto: ISTOCK

A meno che non vengano beccati, raramente sappiamo qualcosa sugli hacker, i ladri cervelloni che utilizzano sofisticati codici al posto dei classici grimaldelli e rubano criptovalute invece che svuotare casseforti.

A volte il loro comportamento è decisamente sui generis, perché non sembrano per nulla interessati alla ricchezza. Il loro unico scopo anzi sembra mettere alla prova le proprie capacità, trovare le falle nei sistemi che si pensavano impenetrabili e accedere ai soldi come a un mero riconoscimento formale delle proprie capacità logiche e informatiche.

Di recente, è avvenuto un episodio che mette a fuoco ancor meglio il pattern comportamentale e il profilo psicologico di quelli che potremmo considerare i “ladri gentiluomini” del 21mo secolo.

In cosa consiste il più grande furto nella storia delle criptovalute

L’11 agosto c’è stato il più grande furto di criptovaluta mai avvenuto nella storia di internet. A sparire sotto gli occhi di Poly Network, un sito di blockchain, sono state le valute digitali che portano il nome di Ethereum, Bitcoin e Polygon, per un valore complessivo di 600 milioni di dollari, in pratica il più grande furto nella storia delle monete digitali.

Si tratta di una cifra da capogiro, ma quel che è avvenuto dopo è ancor più clamoroso.

Come e perché l’hacker del furto da record ha restituito il maltolto

“Caro Hacker”, comincia così, come la lettera a un caro amico, la comunicazione che Poly Network ha diffuso su Twitter per arrivare al Lupin dell’informatica. “Vogliamo aprire un canale di comunicazione con te per convincerti a restituire le risorse violate”.

“Le forze dell’ordine in qualsiasi paese considereranno questo come un grave crimine economico e sarai perseguito – continua il comunicato – non è molto saggio che tu faccia ulteriori transazioni. I soldi che hai rubato provengono da decine di migliaia di membri della comunità cripto”, continua l’azienda in tono francamente molto gentile. Poi conclude: “Dovresti parlare con noi per trovare una soluzione“.

Sembra un tentativo disperato, però ha funzionato davvero. Nei giorni successivi, Poly Network ha iniziato a ricevere soldi in BitCoin su alcuni conti aperti apposta per la restituzione. Per adesso si è trattato di oltre la metà della somma sottratta: sembra quasi che all’hacker interessasse soltanto compiere l’impresa e non l’oggetto del furto.

Una volta messa a segno quest’ultima, avrà pensato di mettersi a posto con la giustizia, assecondando il tono pacato di Poly Network. C’è di più, lo stesso hacker avrebbe reso pubblica una dichiarazione, in cui dice chiaramente: “Non sono molto interessato ai soldi, l’ho fatto per divertimento”.

Giuseppe Giordano