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Sono già stati raccolti 2 milioni per il progetto che cercherà gli alieni

Si chiama Galileo Project ed è sponsorizzata da un noto professore di Harvard. Sono già stati raccolti 2 milioni per la spedizione che cercherà gli alieni.

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Sono già stati raccolti 2 milioni per il progetto che cercherà gli alieni Fonte foto: 123RF

Dietro la ricerca di Oumuamua, il misterioso oggetto entrato nel Sistema Solare che ad alcuni è sembrato un’astronave aliena, e la Breakthrough Initiatives, un programma di esplorazione extrasolare tramite sonde, da inviare in direzione dei pianeti più vicini, c’è un solo nome: è quello di Avi Loeb. Adesso l’astrofisico impiegato presso l’università di Harvard ha preso in prestito il nome di un genio italiano per la il progetto che risulterà in una caccia agli alieni: si tratta del Galileo Project, che ha già raccolto i contributi di alcuni entusiasti sostenitori.

Con quanti soldi è già stato finanziato il Galileo Project

In tutto, il progetto per la ricerca di un avvistamento di una civiltà non terreste ha raccolto 2 milioni di dollari. Per quanto i finanziatori sembrino convinti della visione di Avi Loeb, lo stesso non si può dire della comunità scientifica.

Nonostante lo scetticismo dei colleghi, Loeb, che un po’ sembra un sognatore, ha argomentato così le ragioni che animano la sua ultima iniziativa: “Non possiamo più ignorare la possibile esistenza di civiltà tecnologiche extraterrestri”, ha detto. L’urgenza sarebbe motivata sia da Oumuamua, ritenuta dall’uomo di Harvard una sonda extraterrestre dalla forma a sigaro, sia dal report sui fenomeni aerei non identificati (UAP) declassificati e resi pubblici dal governo degli Stati Uniti.

“Vogliamo eliminare le nebbie attraverso un’analisi trasparente e scientifica”, queste le parole dei responsabili del progetto ispirato all’astronomo pisano. In cosa consiste, di preciso, il Galileo Project?

In cosa consiste di preciso e come funziona il Galileo Project

Si tratta di mettere in piedi una rete di mini telescopi che abbraccia tutta la Terra in modo da poter identificare con rapidità eventuali sonde aliene. Un sistema di allerta rapida e uno di Intelligenza Artificiale dovrebbero completare l’equipaggiamento nuovo di zecca messo a disposizione degli scienziati per scrutare le profondità dello spazio e accorgersi di anomalie interessanti.

Cambridge, California, Chicago, Princeton e del Caltech, la squadra del Galileo coinvolge ricercatori dalle università più prestigiose del pianeta e li riunisce in una squadra che non si potrebbe definire di serie B.

Non mancano le voci critiche, tra cui Alan Fitzsimmons della Queen’s University di Belfast, che ha parlato di “stupidaggine” in relazione al progetto. Giancarlo Genta, professore emerito di Costruzione di Macchine al Politecnico di Torino, invece, è tra gli entusiasti: “Si tratterebbe di una rete di telescopi, che oggi costerebbero circa mezzo milione di dollari l’uno, per realizzare una rete civile che riconosca eventuali oggetti volanti non identificati”, ha detto.

La ricerca di un contatto extraterrestre ha preso direzioni imprevedibili, come quella di un videogioco.

Giuseppe Giordano