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SCIENZA

Cosa sappiamo sulla Grande Macchia Rossa di Giove

È la più grande tempesta del Sistema Solare, ma la sua profondità è solo tra i 300 e i 500 chilometri. Le misurazioni sono state fatte dalla sonda Juno della Nasa.

Cosa sappiamo sulla Grande Macchia Rossa di Giove Fonte foto: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Gerald Eichstädt

Su Giove c’è una Grande Macchia Rossa che rappresenta la più grande tempesta del Sistema solare, con un’estensione di 16.000 chilometri. Ma la sua profondità è molto più contenuta ed è compresa tra i 300 e i 500 chilometri, molto meno rispetto ai 3.000 chilometri a cui arrivano i venti zonali che creano le bande del grande pianeta gassoso. Le nuove rilevazioni sono state fatte dalla sonda Juno della Nasa che ha misurato la gravità grazie allo strumento KaT, Ka-Band Translator, realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Lo studio sulla Grande Macchia Rossa di Giove

Le analisi sulla Grande Macchia Rossa di Giove sono state coordinate da Marzia Parisi, ex dottoranda della Sapienza ora al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, insieme a un gruppo internazionale di cui fanno parte Daniele Durante e Luciano Iess, del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università Sapienza di Roma. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science. Dato che l’interno di Giove non è osservabile direttamente, si è ricorso a misurazioni accurate del campo gravitazionale per comprenderne la struttura.

Cosa dicono i dati sulla Grande Macchia Rossa di Giove

Juno ha raccolto dati durante due sorvoli ravvicinati a febbraio e a luglio 2019. Daniele Durante ha spiegato che le misurazioni “attestano una massa della tempesta pari a circa la metà dell’intera atmosfera terrestre e poco meno di quella di tutta l’acqua del Mar Mediterraneo”. La Grande Macchia Rossa sarebbe quindi un oggetto abbastanza simile a un disco molto esteso, la cui dimensione minore è pari al diametro della Terra. Allo stesso tempo, la profondità è piuttosto sottile. Nel complesso la “macchia” di Giove avrebbe caratteristiche che ricordano quelle delle più grandi tempeste terrestri.

Luciano Iess ha evidenziato che le misure di Juno “Hanno fornito  la terza dimensione a quel fenomeno dell’atmosfera di Giove che ha attratto l’attenzione di molti di noi, come anche quella degli astronomi da più di 300 anni, mostrando come sia una tempesta superficiale certamente molto estesa, ma ben poco profonda. Questa nuova misura contribuirà a capirne la natura, l’evoluzione e, forse, la sua possibile scomparsa”.

Le osservazioni del gigante pianeta gassoso sono numerose e, per esempio, uno studio si è soffermato sulla strana pioggia di Giove che spiegherebbe la nascita della Terra. Un’altra ricerca ha individuato invece un lontano pianeta simile a Giove che potrebbe mostrare il futuro del sistema solare.

Stefania Bernardini