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Honor: dopo l'addio a Huawei tornano i servizi Google

La separazione da Huawei ha rimesso in carreggiata Honor: ora è un brand indipendente e può riallacciare i rapporti con Google, Microsoft, Qualcomm, Mediatek, AMD, Samsung e Sony.

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honor 30s Fonte foto: Nicepi / Shutterstock

A pochi mesi di distanza dall’addio definitivo a Huawei, Honor potrebbe ritornare ad utilizzare i servizi Google per i suoi dispositivi. La conferma è arrivata direttamente dal CEO di Honor, George Zhao Ming, il quale ha sottolineato come vi siano attualmente delle trattative in corso con il gigante di Mountain View.

Con il passaggio a Zhixin New Information Technology, la società che ha di fatto acquisito la compagnia nello scorso novembre, Honor si è definitivamente liberata dai vincoli che la vedevano sotto l’egida di Huawei. Se, da una parte, questa posizione poteva dapprima significare un potenziale accesso a tutte le tecnologie sviluppate dalla casa madre, dopo le sanzioni USA il risultato più evidente è stato il blocco dell’utilizzo del sistema operativo Android (Huawei può solo usarne la versione open source, mentre prepara l’arrivo di HarmonyOS) e, con esso, di tutti i servizi della raccolta di API e app di Google afferenti ai Google Mobile Services. Se il tavolo delle trattative dovesse concludersi positivamente, Honor potrebbe però tornare a utilizzare e a implementare sui propri smartphone e tablet tutti gli strumenti a marchio Big G.

Honor, l’integrazione di Google potrebbe tornare a breve

Con il saluto a Huawei, Honor potrebbe ritornare alle origini e godere di tutti i benefici legati all’utilizzo di Google. Un bel colpo senza dubbio visto che, dal ban ricevuto da Huawei e alla luce delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, i fan della casa cinese sono rimasti moltissimi in Cina, ma sono diminuiti nettamente nel resto del mondo.

Fortunatamente per Honor, George Zhao Ming ha saputo cogliere la palla al balzo. Mantenendo quasi tutti i suoi 8000 dipendenti, comprese le poltrone più in alto riflettendo il detto popolare che ricorda come “squadra che vince non si cambia”, Ming si è rimboccato le maniche scegliendo di puntare a un posto accanto ai grandi del settore, proprio come mamma Huawei e Apple, e a crescere esponenzialmente soprattutto sull’enorme mercato cinese.

Honor, i progetti dopo Huawei

Oltre ai servizi e le app di Google, compreso lo store che, senza voler nulla togliere ad AppGallery di Huawei, risulta decisamente più ricco rispetto alla quantità di proposte fornite dal suo corrispettivo cinese, Honor si sta muovendo anche per ricostruire la sua filiera produttiva. Sono infatti diverse le aziende con cui la casa avrebbe aperto il tavolo delle trattative; tra queste spiccano Qualcomm e Mediatek per la fornitura dei SoC per smartphone, AMD, Samsung, e Sony per l’hardware dei laptop e ovviamente Microsoft per il sistema operativo Windows.

Non è tutto, però. Infatti, è notizia recente quella relativa al sistema di archiviazione online chiamato Honor Mail, importante passo che insieme alla volontà di aprire nuovi negozi fisici, segna la voglia di Honor di distinguersi dalla folla dei competitor anche senza la spinta di Huawei.