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Huawei contro Elon Musk e Amazon per la banda larga via satellite

Mentre sulla Terra i colossi dell'elettronica si sfidano a colpi di 5G più in alto, nello spazio, è appena iniziata un'altra battaglia: chi vincerà la sfida del 6G?

telecomunicazioni satellitari Fonte foto: Shutterstock

Lo spazio intorno la Terra potrebbe accogliere prestissimo i primi due satelliti “firmati” Huawei. Già a luglio. L’indiscrezione arriverebbe da fonti interne all’azienda, la quale, interpellata, non ha ancora confermato ma neppure smentito una mossa che la metterebbe subito in competizione con due colossi del calibro di Amazon e di SpaceX.

Se non altro si tratterebbe di un segnale importante da parte di un’azienda messa letteralmente in ginocchio in uno dei suoi migliori business, quello della tecnologia tascabile, per via del ben noto ban di Donald Trump, che peraltro il successore Joe Biden non sembra affatto intenzionato ad allentare. Così Huawei avrebbe pensato di passare rapidamente ai fatti dopo aver manifestato ad inizio mese l’intenzione di avere a regime il 6G già nel 2030. E per non concedere quindi un vantaggio ai rivali sul fronte della banda larga via satellite, Amazon e Starlink di SpaceX del visionario Elon Musk che stanno per popolare l’orbita terrestre, Huawei starebbe valutando la possibilità di accelerare i tempi.

6G via satellite: la sfida di Huawei

Secondo quanto si vocifera in queste ore, Huawei avrebbe stretto accordi con due partner cinesi per mandare in orbita due satelliti. Difficile che possa trattarsi di indiscrezioni prive di fondamento, sia perché arrivano da una fonte che in passato ha fornito anticipazioni corrette sulle mosse della società, sia perché i due partner sono di dominio pubblico.

Si tratterebbe di China Mobile, operatore di telefonia mobile che possiede quasi il 70% del mercato cinese, e di China Aerospace cioè la principale impresa per il programma spaziale cinese, peraltro controllata dallo Stato. Due colossi, per l’appunto.

Il fine sarebbe quello di ricavare dei dati per lo sviluppo dell’infrastruttura di rete di sesta generazione, il 6G, da utilizzare durante la Huawei Developers Conference di settembre.

Il 6G ci permetterà di dialogare con l’infrastruttura di rete con una rapidità di circa 50 volte maggiore rispetto al 5G, il che non agevolerà solamente la semplice navigazione ad internet ma consentirà di offrire contenuti in streaming qualitativamente migliori, di caricare e scaricare file pesanti con una velocità maggiore e di portare la connessione ad internet pressoché ovunque nel mondo. La banda larga via satellite sarà per tutti e arriverà dal cielo.

Il risultato sarà merito di una sostanziale differenza tra le due tecnologie di rete: il 5G prevede delle stazioni radio base installate a terra, mentre il 6G, che funzionerà a frequenze ancora più elevate, utilizzerà delle reti satellitari per la trasmissione di dati e segnale.

L’obiettivo è ambizioso quanto titanico dal punto di vista dello sforzo finanziario. Era il 2019 quando Huawei dichiarava di voler lanciare ben diecimila satelliti nel giro di qualche anno, con un investimento che le prime stime hanno quantificato superiore ai dieci miliardi di dollari. Sarebbe impossibile del resto competere con colossi del calibro di Amazon e Starlink-SpaceX senza mettere nel conto un investimento ad almeno sei zeri, no?