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SICUREZZA INFORMATICA

I social fanno ricchi gli hacker

I social network fanno guadagnare agli hacker miliardi di euro ogni anno e sono usati anche per reclutare nuove leve. Scopri come funziona il fenomeno

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Facebook hacker Fonte foto: Shutterstock

I social network funzionano come veri e propri bancomat in grado di ingrassare le tasche degli hacker di tutto il mondo. Ciò emerge dall’indagine condotta da Mike McGuire, professore presso la Surrey University del Regno Unito, insieme all’azienda di sicurezza informatica Bromium.

Le piattaforme social più famose come Facebook, Instagram o LinkedIn vengono quotidianamente usate per aumentare l’effetto di virus e malware, rivelandosi molto più efficaci rispetto ad e-mail o altri canali. I social network raccolgono infatti una mole enorme di informazioni che possono essere rubate e fare così la fortuna degli hacker. Inoltre, le truffe di questo tipo si rivelano più efficaci perché sfruttano le connessioni tra utenti (ossia, tattiche di social engineering). La frode è quindi basata sia sull’affidabilità reciproca tra persone, che sull’autorevolezza delle piattaforme. Questo è lo scenario in cui entrano in scena azioni di phishing, fake news, trojan e anche malvertising, ovvero quando il virus si propaga attraverso gli annunci pubblicitari.

Quanto guadagnano gli hacker dai social?

Secondo l’indagine, l’industria dei virus online guadagna una media di 3,25 miliardi di dollari annuali.

ZDnet ha rivelato che il 40% degli attacchi sui social network sono provocati dal malvertising, mentre il 30% è causato da software, app e plugin dannosi. Lo studio mette in luce anche una verità allarmante, e cioè che solo negli Stati Uniti le attività criminali sui social sono aumentate del 30.000% tra il 2015 e il 2017. Il rapporto aggiunge anche che le vittime degli hacker sarebbero più di 1,3 miliardi negli ultimi cinque anni, e tra queste molte sono inconsapevoli.

I nuovi hacker reclutati sui social media

L’indagine lancia un ulteriore e preoccupante avviso. I social network non solo rappresentano l’ambiente perfetto per lanciare attacchi criminali, ma si rivelano ideali anche per reclutare le nuove leve. Infatti, molte piattaforme hanno registrato movimenti di denaro illeciti anche nei confronti di utenti normalmente lontani dall’ambiente criminale, in particolare giovani appartenenti alla generazione Z e Millennial. Secondo lo studio di McGuire, nelle banche inglesi esisterebbero più di 8.500 conti intestati a persone di età inferiore ai 21 anni, che servirebbero per coprire attività illecite perpetrate tramite social network. Insomma, le maggiori app e piattaforme al mondo non solo permettono alle persone di incontrarsi, conoscersi e parlare ma rappresentano anche un pericoloso centro di attività legate al cybercrimine.