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Il nuovo Twitter potrebbe favorire la propaganda di Stato

Elon Musk vuole rendere la verifica dei profili a pagamento per limitare bot, truffe e spam, ma qualcuno sospetta che questa mossa finirà per favorire la propaganda e non l'informazione libera e la pluralità delle opinioni

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elon musk twitter blue 8 dollari Fonte foto: Elon Musk / Twitter

Se per avere maggiore visibilità sul nuovo Twitter di Elon Musk sarà necessario pagare, chi otterrà maggiori vantaggi? La domanda inizia a girare tra gli utenti più socialmente impegnati di Twitter. Secondo la blogger di Hong Kong e esperta di tecnologia Jane Manchun Wong, ad esempio, già si può parlare di propaganda di Stato.

Il suo tweet di commento ad un messaggio di Musk è chiaro e limpido nella critica al nuovo sistea: “La propaganda di Stato potrà pagare per ottenere una spinta alle proprie opinioni all’interno delle risposte“. Ne è nata una discussione talmente accesa che, casualmente, la Wong ha poi deciso di rendere privato il profilo.

Su Twitter la priorità delle risposte si pagherà

La polemica innescata da Wong nasce da un tweet di Musk in cui annuncia che con l’abbonamento a Twitter Blue da 8 dollari si avrà diritto, tra le altre cose anche a:

  • Priorità nelle risposte, menzioni e ricerche
  • Possibilità di pubblicare video e audio più lunghi
  • Pubblicità dimezzata

Secondo Wong, chi avrà più interesse a pagare un abbonamento mensile da 8 euro per ottenere una priorità nelle risposte, menzioni e ricerche su Twitter? Sicuramente quanti intendono far prevalere il loro punto di vista, siano essi personaggi famosi o politici. Quindi le idee e le opinioni che si faranno largo maggiormente saranno dei paganti e non di chi ha davvero qualcosa da dire o da mostrare.

In altre parole: tutti avranno la priorità nelle risposte, menzioni e ricerche se pagheranno. Compresa la propaganda di Stato.

Twitter diventa un social a pagamento

La proposta di rendere Twitter un social a pagamento fatta da Elon Musk è sostanzialmente in linea con quanto sta accadendo negli Stati Uniti in tutto il settore dei media e dell’informazione. L’approccio è (come scrive lo stesso Musk in uno dei suoi tweet): “hai ciò per cui paghi“.

Senza troppi giri di parole, Musk, sostiene che per avere un servizio adeguato che non si basi sulla pubblicità (che poi sarebbe la vera voce del padrone), allora devono essere gli utenti a pagare. D’altronde anche le piattaforme di informazione propongono abbonamenti per accedere ai loro contenuti o singoli articoli a pagamento.