Immuni sempre più vicina: Apple e Google terminano le API
Apple e Google hanno terminato lo sviluppo dell'infrastruttura necessaria al funzionamento delle app di tracciamento di prossimità. Immuni vicina al rilascio.
Immuni è più vicina. L’app per il tracciamento di prossimità scelta dal ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione potrebbe presto arrivare sull’App Store per iPhone e sul Google Play Store per Android. Dopo aver visto le prime immagini dell’interfaccia utente, che hanno aiutato anche a capire come funziona Immuni, arriva la conferma che l’ultima “tessera del puzzle” è al suo posto.
Google e Apple, nel corso di una conferenza stampa congiunta (tenuta da remoto, ovviamente) hanno annunciato che il lavoro di sviluppo delle API si è infatti conclusa. Questo vuol dire che l’infrastruttura tecnologica necessaria al funzionamento delle app di tracciamento di prossimità è disponibile per tutti i Paesi che ne hanno fatto richiesta (Italia inclusa) e può ora essere implementata nel codice sorgente dell’applicazione che ogni nazione ha sviluppato. Tra qualche giorno, quindi, Immuni potrebbe finalmente arrivare su App Store e Play Store ed essere scaricata (volontariamente) dai cittadini.
Perché le API di Apple e Google sono così importanti
Dietro i ritardi accumulati in queste settimane da Immuni, dunque, c’era (in parte) anche l’attesa che i due colossi della Silicon Valley terminassero il loro lavoro di sviluppo. Le API realizzate da Google e Apple, infatti, sono fondamentali per il corretto funzionamento delle app di tracciamento di prossimità.
Permetteranno, infatti, a tutti gli smartphone oggi in commercio (di fatto, iOS e Android hanno il 100% del mercato dei sistemi operativi per smartphone) di comunicare tra loro senza intoppi di alcun genere e scambiare tutte le informazioni necessarie a rilevare le persone con cui siamo venuti in contatto. In questo modo ricostruire i link epidemiologici sarà più semplice e immediato.
“Abbiamo collaborato per costruire la tecnologia di notifica di esposizione al contagio che consentirà alle app delle autorità sanitarie di funzionare in modo più accurato, affidabile ed efficace sia su telefoni Android che iPhone – aggiungo Apple e Google – Nelle ultime settimane, le nostre due società hanno lavorato insieme ad autorità sanitarie, scienziati, organizzazioni sulla privacy e leader dei governi di tutto il mondo per raccogliere contributi e indicazioni. La notifica di esposizione ha come obiettivo specifico l’avviso tempestivo, particolarmente importante per rallentare la diffusione della malattia dal momento che il virus si può diffondere in modo asintomatico”.
Come funziona Immuni
Come la gran parte delle app sviluppate per il tracciamento di prossimità, anche Immuni sfrutterà il Bluetooth per tenere traccia dei contatti avuti dagli utenti che decideranno di installarla sul loro dispositivo. Quando due persone che utilizzano Immuni si avvicinano (a una distanza di circa 2 metri), gli smartphone scambiano un beacon, ossia una porzione di codice per tenere traccia del loro “contatto”.
Nel caso in cui un utente dovesse risultare positivo, entrerà in gioco l’infrastruttura messa a punto da Apple e Google: il sistema creato dai due colossi invierà una notifica agli smartphone delle persone venute a contatto con il contagiato, in modo che le persone potranno recarsi presso una struttura sanitaria.