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La lettera del fondatore del World Wide Web

Tim Berners-Lee, il fondatore del web, ha scritto una lettera per celebrare la rete e stabilire nuovi obiettivi per migliorarla. Ecco cosa dice

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Il World Wide Web nasce ufficialmente il 12 marzo 1989 su iniziativa di Tim Berners-Lee, informatico britannico all’epoca dipendente del CERN di Ginevra. Inizialmente pensato come un catalogatore e visualizzatore di informazioni riguardanti la miriade di progetti in fase di sviluppo nel centro di ricerca svizzero, con il tempo ha cambiato nome e si è diffuso sempre di più, fino a rivoluzionare completamente il mondo intero.

Oggi spegne le sue prime 30 candeline e per l’occasione il suo fondatore ha scritto un’intensa lettera dedicata proprio “al suo web”. Nel testo, Sir Berners-Lee celebra vantaggi e risultati raggiunti dal web, senza trascurare debolezze e limiti. Sottolinea che ci sono ancora tanti problemi da risolvere e per superarli occorre l’impegno di tutti. A tal fine, chiama a raccolta le Autorità dei Paesi Mondiali e tutti i cittadini per stipulare un nuovo “contratto” che possa salvare il web, recuperandone i valori originali. Secondo l’inventore, siamo ancora in tempo per farlo ma occorre riconoscere i problemi che lo affliggono e muoversi subito per superarli con successo.

La lettera al World Wide Web: traguardi raggiunti e obiettivi futuri

Nella lettera, Tim Berners-Lee si rivolge agli utenti, alle Autorità, e naturalmente alla sua creatura, il World Wide Web, per la quale manifesta affetto ma anche tanta preoccupazione. Il testo percorre l’evoluzione della rete. Nasce come “sistema per gestire le informazioni” fino a diventare oggi “piazza pubblica, biblioteca, studio medico, negozio, scuola, studio di progettazione, cinema, banca e molto altro.”

Insomma, oggi la rete ha funzionalità enormi, capaci di soddisfare tutte le esigenze degli utenti. Allo stesso tempo, la nascita di ogni nuova piattaforma o servizio online aumenta il divario tra chi è online e chi invece non ha la possibilità di connettersi. Oggi diventa quindi cruciale rendere il web disponibile a tutti i cittadini del mondo.

Tim Berners-Lee si ritiene soddisfatto anche per la capacità del web di dare voce alle nicchie, agli emarginati, ai sottogruppi che fino a un decennio fa non potevano avere accesso all’informazione o farsi sentire dal mondo. Purtroppo, ciò ha consentito anche la circolazione di notizie false e truffe online. La rete ha quindi spianato la strada anche a chi diffonde odio e pregiudizi, e usa il web come un amplificatore e il monitor come uno scudo protettivo.

Il web quindi possiede luci e ombre che è opportuno considerare in modo lucido e costruttivo. Tali pericoli producono paura e diffidenza da parte di molti utenti. Tuttavia, Tim Berners-Lee è ottimista e scrive che “dato quanto il web è cambiato negli ultimi trenta anni, sarebbe disfattista e privo di fantasia, pensare che la rete non possa essere migliorata nei prossimi trenta. Se rinunciamo a costruire un web migliore ora, lui non ci avrà deluso. Saremo noi ad aver fallito, noi deluderemo il web”. Per affrontare il cambiamento, riducendo i lati negativi della rete occorre agire su più fronti.

I problemi del web e la soluzione proposta da Tim Berners-Lee

L’inventore di Internet propone a cittadini e Autorità Mondiali un contratto per migliorare il web. Innanzitutto, per affrontare i problemi occorre classificarli e comprenderli. I tre problemi che oggi affliggono la rete sono:

1 – La pirateria, gli attacchi informatici e altri comportamenti criminali promossi anche dagli Stati

2 – La struttura del sistema che spinge ad arricchirsi ai danni degli utenti. Per esempio, il click bait e la diffusione di disinformazione pensata per guadagnare denaro a danno dell’esperienza d’uso

3 – Le conseguenze negative causate inavvertitamente da azioni fatte a buon fine. Questo accade quando, per esempio, un contenuto suscita discussioni, litigi e minacce online

Il primo problema non si può eliminare dall’oggi al domani. Occorre diverso tempo e soprattutto il sostegno dei Governi, che devono mettere a punto Leggi adeguate per combattere attacchi informatici e altre azioni simili. Il secondo si può combattere con il contributo dei grandi sistemi informatici che devono pensare a diversi tipi di incentivo per inserzionisti e utenti. La terza problematica richiede delle azioni mirate, pensate per appianare i dissapori e riportare un clima sereno.

Per risolvere queste problematiche occorre quindi l’intervento di tutti: non è sufficiente coinvolgere un solo Governo, un solo gruppo di utenti, una sola piattaforma o un’unica persona. Tutti devono collaborare per migliorare il web, proiettandosi alle soluzioni, senza rimanere ancorati alla causa dei problemi. Insomma, per risolvere i problemi che affliggono il web occorre ritrovare il senso di community globale, che è uno dei principi fondanti della rete. È proprio nei momenti decisivi della storia umana, che le persone sono riuscite a unirsi e schierarsi contro il male per produrre il bene. Questo è successo anche con la nascita della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Ora è il momento giusto per rendere il World Wide Web un posto migliore.

Il contratto è stato presentato a Lisbona, in occasione del Web Summit. I fautori sono persone, gruppi eterogenei, che condividono lo stesso obiettivo e che lavorano insieme per raggiungerlo. Non sono cambiamenti facili e immediati, ma con impegno e il sostegno di tutti sarà possibile raggiungerli.

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