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L'apocalisse degli smartphone accadrà a gennaio 2038

Il problema ha un nome: "Bug dell’anno 2038", un errore che impedirà a computer, cellulari e altri dispositivi elettronici di calcolare il tempo

L'apocalisse degli smartphone accadrà a gennaio 2038 Fonte foto: Shutterstock

Non sempre serve essere un visionario per fare delle previsioni attendibili. Basta guardare alla realtà dei fatti. È quello che ha fatto Mikko Hypponen, un ricercatore presso F-Secure, nota azienda esperta in sicurezza informatica, che ha affermato che gli smartphone dal 2038 potrebbero smettere di funzionare.

L’esperto, che nel corso della Black Hat USA ha fatto altre previsioni, basa le sue analisi su quello che è stato definito il “Bug dell’anno 2038”, un problema simile al famoso “Millennium Bug”. In pratica, a partire da gennaio 2038, molti dispositivi informatici avranno dei problemi con le date. Come risultato, alcuni device, tra cui anche gli smartphone, riscontreranno quasi sicuramente dei malfunzionamenti. I dispositivi che si basano sullo standard Unix saranno in grado di processare il tempo fino al massimo il 19 gennaio 2038: ore 3, minuti 14 e secondi 7. Dopo di che, potrebbe succedere una vera e propria apocalisse informatica, in grado di mandare in tilt computer, tablet e cellulari.

Y2038: segnerà la fine degli smartphone?

A causa del Y2038, il bug epocale che accadrà tra 20 anni, gli smartphone non potranno, dunque, più calcolare il tempo. E non sarà solo una questione di “calendario”. I telefonini, come afferma lo stesso Mikko Hypponen, e molti altri sistemi computerizzati, non saranno in grado di svolgere alcune delle più basilari funzioni. Gli smartphone, ad esempio, potrebbero non permettere agli utenti nemmeno di effettuare delle chiamate. Così come saranno interessati dal problema tutti gli altri dispositivi Unix.

Ancora mancano molti anni al nuovo bug. Non ci sono dubbi, però, che il sistema di calcolo del tempo, che arriverà al massimo fino al 19 gennaio 2038, causerà dei problemi alle macchine. Sarà fatto qualcosa per correggere l’errore? Parafrasando un vecchio modo di dire, chi vivrà vedrà.

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