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SCIENZA

L’intelligenza artificiale che può eliminare povertà e disuguaglianze

L’intelligenza artificiale può aiutarci a eliminare povertà e disuguaglianze: gestisce le risorse, crea cibo sintetico e sa anche insegnare le emozioni.

L'intelligenza artificiale al servizio del benessere globale Fonte foto: iStock

Il discorso sulle Intelligenze Artificiali è, sin dall’inizio della sua storia, lastricato di timori: colpa forse di un immaginario distopico che va da Hal 9000 a Skynet, spesso le paure superano l’entusiasmo, in materia. È anche per analizzare le radici di tanti dubbi che il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha recentemente pubblicato “L’Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Sostenibile”, un volume che spiega come le Intelligenze Artificiali possono – e in realtà già lo fanno – contribuire al benessere della popolazione mondiale e allo sviluppo sociale ed economico.

Lo studio è promosso da CISV-ONG 2.0, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) e dal Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. 

Dopo un’attenta definizione del concetto di Intelligenza Artificiale e dello stato attuale delle ricerche, il volume fornisce uno sguardo d’insieme su i tanti progetti che, in tutto il mondo, usano l’IA per migliorare benessere dei cittadini e sostenibilità ambientale.  

I 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile

Nel Settembre del 2015 più di 150 leader internazionali, riuniti alle Nazioni Unite, hanno approvato l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile: il documento illustra una strategia globale che intende porre fine a povertà e disuguaglianze in nome di uno sviluppo economico che sia sostenibile in termini umani, ambientali ed economici. 

Alla base dell’Agenda 2030, ci sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile: eliminazione di fame e povertà ma anche diritto all’istruzione ed accesso a fonti d’acqua pulita, tutela del clima e contrasto alle disuguaglianze. 

Il volume del CNR illustra nel dettaglio le opportunità offerte dall’impiego delle IA nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, senza però fare mistero dei potenziali rischi connessi all’impiego di queste tecnologie. 

Una delle più note implicazioni dell’uso di Intelligenze Artificiali particolarmente complesse è il grave impatto ambientale: le IA che elaborano i linguaggi naturali (deep neural network) emettono, in un anno, quasi cinque volte la CO2 prodotta da un’automobile americana

Secondo di dati ufficiali, inoltre, nel 2040 il 14% dell’emissione totale di gas serra sarà riferibile al comparto delle tecnologie informatiche, Intelligenze Artificiali e quantum computer compresi.

D’altro canto, sono diversi i progetti che già utilizzano le IA per attività tese al raggiungimento della sostenibilità ambientale: monitoraggio, assegnazione delle risorse e razionalizzazione dei processi sono compiti che le Intelligenze Artificiali svolgono con grande successo. 

Migliorare il mondo con l’IA: alcuni progetti rivoluzionari

Un uso delle Intelligenze Artificiali teso a favorire il benessere e la sostenibilità ambientale può aumentare la produttività agricola dei terreni, pre-diagnosticare malattie, ridurre gli sprechi alimentari, individuare discriminazioni.

Nel 2019, 42 Paesi hanno sottoscritto i Principi Ocse sull’IA: l’Intelligenza Artificiale deve andare a vantaggio delle persone e del pianeta promuovendo una crescita inclusiva e uno sviluppo sostenibile, e deve tener conto della legge, dei diritti umani e dei valori democratici.

In definitiva, le intelligenze artificiali non sono buone né cattive, tutto dipende da come le si programma, da quel che gli si chiede, dagli eventuali pregiudizi che il programmatore può inconsapevolmente trasferire nel ragionamento della macchina. 

L’IA può individuare, grazie ai dati delle immagini satellitari, le aree più povere dei villaggi africani e le zone in cui, per esempio dopo un disastro naturale, è più urgente veicolare gli aiuti umanitari. È ormai dal terremoto che devastò Haiti nel 2010 che i soccorsi vengono guidati con il supporto delle intelligenze artificiali di Northrop Grumman.

In Sud America diversi progetti rivoluzionari usano l’IA per produrre cibo sano a poco prezzo: l’intelligenza artificiale è usata per combinare gli ingredienti in modo tale da poter creare gelato senza latte e carne senza animali. 

Sono inoltre molteplici i progetti che usano la capacità di previsione dell’IA per razionalizzare i processi e la distribuzione delle risorse in agricoltura: l’indiana Conserwater aiuta gli agricoltori, grazie alle immagini satellitari, a distribuire le risorse idriche in base al tipo di coltura. Un contributo essenziale, in un Paese in cui due terzi delle acque dolci sono usati a scopo agricolo.

In ambito sanitario, l’IA è molto usata come strumento di pre-diagnosi per alcune malattie, ma è anche alla base dei servizi sanitari via telefono di Babylon Health, che aiuta i medici a fornire una diagnosi in remoto a pazienti, per esempio, affetti da Covid. 

Viene dall’Olanda invece il robot che vuole insegnare ai bambini autistici: si chiama De-Enigma e si basa sul riconoscimento delle emozioni e sulla loro espressione. 

I potenziali effetti distopici attribuiti all’AI, secondo i promotori dello studio, dipendono solo dagli obiettivi verso cui vengono indirizzate le tecnologie. Un dato è certo: l’uso virtuoso dell’IA, insieme alla piena consapevolezza delle criticità che porta con sé, può contribuire al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile in maniera a volte più decisiva di quanto si possa fare ricorrendo esclusivamente all’intelligenza umana.

Alessandra Caraffa

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