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Molti giornalisti cacciati da Twitter: passano tutti a Mastodon

Aria pesante su Twitter, dove Musk ha iniziato a sospendere i profili di alcuni giornalisti: a suo dire contribuirebbero a mettere a rischio la sua incolumità

elon musk twitter Fonte foto: rafapress / Shutterstock

Che succede ai piani alti di Twitter? Diversi profili di giornalisti tech, anche famosi, sono stati sospesi e sono quindi inaccessibili al pubblico e, casualmente, erano tutti giornalisti che si erano espressi nei giorni scorsi in modo abbastanza critico nei confronti di Elon Musk. Nessuna spiegazione ufficiale in merito da parte di Twitter, se non un generico banner che dice "Profilo sospeso. Twitter sospende gli account che violano le regole di Twitter". Qualche informazione in più, invece, l’ha data lo stesso Musk che, da alcuni giorni, si sente minacciato.

Quali sono i giornalisti cacciati da Twitter

Ad essere stati "sospesi" da Twitter ci sono nomi pesanti di testate pesantissime come Ryan Mac del New York Times, Drew Harwell del Washington Post, Donie O’Sullivan della CNN, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di The Intercept. Non mancano poi alcuni giornalisti freelance, come Aaron Rupar e Tony Webster.

Una possibile spiegazione a questa purga di giornalisti da Twitter è il fatto che tutti loro, nei giorni scorsi, avevano ritwittato il profilo @ElonJet su Mastodon, il nuovo social alternativo a Twitter.

Il profilo @ElonJet è quello di Jack Sweeney, il ragazzo di 19 anni, ormai molto famoso, che da mesi segue i voli in jet privato di molti VIP americani, compreso Elon Musk. Sweeney, dopo essere stato cacciato da Twitter, ha riaperto bottega su Mastodon e diversi giornalisti hanno dato la notizia. Alcuni, come quelli adesso sospesi, hanno anche comunicato su Twitter che adesso è possibile seguire i voli di Elon Musk su Mastodon, linkando il profilo del ragazzo.

Musk si sente minacciato

Il neo CEO di Twitter, il 15 dicembre, ha pubblicato un video in cui si vede un ragazzo con il viso mascherato a bordo di una Hyundai che, a detta di Musk, stava seguendo l’auto in cui credeva ci fosse Musk stesso. In realtà, però, su quell’auto c’era X il figlio di Musk.

Musk, quindi, ha accusato direttamente Sweeney di mettere a rischio la sicurezza sua e della sua famiglia: "L’altra notte l’auto che trasportava X a Los Angeles è stata seguita da uno stalker pazzo (che credeva che a bordo ci fossi io), il quale dopo ha bloccato l’auto ed è saltato sul cofano. Saranno prese azioni legali contro Sweeney e le organizzazioni che mettono a rischio la mia famiglia".

Poi un altro tweet, ancora più esplicito: "Ogni account che fa doxxing in tempo reale [cioè che diffonde informazioni sulla posizione fisica di qualcuno] sarà sospeso, in quanto è una violazione della sicurezza fisica. Sono inclusi i link a siti con informazioni sulla posizione in tempo reale. Pubblicare non in tempo reale la posizione di posti dove qualcuno è stato non è un problema".

Per quanto possa sembrare una reazione un bel po’ paranoica, è anche il caso di ricordare che Elon Musk è anche il boss di Starlink, l’azienda che sta offrendo gratuitamente la connessione satellitare a Internet in Ucraina. Connessione che, lo sanno tutti, gli ucraini stanno usando per scopi militari per difendersi dall’invasione russa, che è già stata attaccata dagli hacker russi e che, molto probabilmente, non è altro che un test per scopi ben più grandi.

Tutti su Mastodon

I giornalisti sospesi, quindi, sono stati ritenuti "complici" di Jack Sweeney perché hanno linkato il suo profilo su Mastodon, dove il ragazzo continua a tracciare la posizione del jet di Musk.

Conseguentemente molti di quei giornalisti, un po’ anche per ripicca, hanno immediatamente aperto un profilo su Mastodon e stanno usando Twitter (tramite profili amici o collegati, visto che il loro è sospeso) per comunicare ai lettori che potranno continuare a seguirli sul nuovo social.

Per chiudere il cerchio, Twitter ha sospeso anche l’account ufficiale di Mastodon.