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Anche la musica dal vivo ha un impatto sul cambiamento climatico

I ricercatori hanno individuato delle raccomandazioni per rendere i tour più sostenibili. L’organizzazione di un concerto con lo spostamento di migliaia di persone e il consumo di energia elettrica genera inquinamento.

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Anche la musica dal vivo ha un impatto sul cambiamento climatico Fonte foto: 123rf

Jet privati, preparazione del palco con allacci per tutti gli strumenti, migliaia di persone che si spostano per raggiungere la location del concerto, tutto questo genera emissioni di carbonio che hanno un impatto sul cambiamento climatico. Alcuni ricercatori dell’Università di Manchester hanno analizzato i dati del tour forniti dalla band Massive Attack per comprendere quanto la musica dal vivo abbia conseguenze negative sull’ambiente e individuare raccomandazioni per rendere i tour più sostenibili. Secondo gli scienziati, anche l’industria musicale dovrebbe imparare a ridurre le proprie emissioni di carbonio per fermare il riscaldamento globale.

Lo studio sull’impatto della musica dal vivo sull’ambiente

Dal 2019, gli scienziati del Tyndall Center for Climate Change Research hanno studiato ogni dettaglio dell’ultimo tour dei Massive Attack e hanno così redatto delle raccomandazioni per “pratiche a bassissime emissioni di carbonio” che musicisti, promotori, tour manager e agenti dovrebbero seguire per mantenere l’aumento del riscaldamento globale limitato a 1,5°C. I suggerimenti riguardano il modo in cui gli artisti si muovono, i luoghi in cui suonano e come i fan arrivano agli eventi. Tra i suggerimenti c’è, per esempio, pianificare i percorsi del tour in modo da ridurre al minimo i viaggi e i trasporti; includere il viaggio con i mezzi pubblici nel prezzo del biglietto e generare energia rinnovabile in loco, magari con pannelli solari.

Per i ricercatori, infatti, le sale da concerto dovrebbero utilizzare energia rinnovabile e  apparecchiature di illuminazione e audio efficienti dal punto di vista energetico, mentre gli artisti dovrebbero preferire veicoli elettrici e treni per gli spostamenti al posto degli inquinanti jet privati. Una buona soluzione sarebbe anche quella di offrire ai fan incentivi se scelgono di viaggiare con i mezzi pubblici. La prof.ssa Carly McLachlan del Tyndall Center, che ha guidato la ricerca, ha affermato che “per decarbonizzare davvero la musica dal vivo, è necessario iniziare a farlo fin dall’inizio di un tour”.

Se l’industria della musica iniziasse a lavorare su vasta scala alla riduzione delle emissioni di carbonio, questo potrebbe avere un’influenza anche sul pubblico che verrebbe sensibilizzato sul tema e invogliato a vivere in modo più sostenibile. Adottando le misure per ridurre l’inquinamento, secondo McLachlan, si abbasserebbero anche i costi per la realizzazione dell’evento musicale. “Il risparmio energetico potrebbe essere un risparmio diretto di denaro per il tour”, è quanto ha sostenuto la professoressa del Tyndall Center.

Intanto vari imprenditori mondiali stanno spostando i loro obiettivi verso la salvaguardia della Terra. Jeff Bezos, per esempio, ha annunciato il Bezos Earth Fund, con lo scopo di proteggere alcuni hotspot di biodiversità in tutto il pianeta e il 30% degli oceani della Terra.

Stefania Bernardini