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SCIENZA

Un nuovo modello per spiegare la formazione dei pianeti del Sistema Solare

Proposto un nuovo modello in grado di spiegare la formazione dei pianeti del Sistema Solare. Il nuovo studio sembra confutare apertamente la teoria dell'accrescimento.

Come si è formato il Sistema Solare? Il nuovo studio Fonte foto: 123RF - forplayday

Esistono due processi capaci di originare i pianeti, ed ancora non abbiamo la certezza di quale dei due abbia dato vita alla Terra e ai pianeti del Sistema Solare.

I pianeti di tutto l’Universo, per quanto ne sappiamo, si formano dalle collisioni di “embrioni” planetari provenienti dalle regioni interne del Sistema Solare, oppure tramite l’accrescimento dovuto all’accorpamento graduale di “ciottoli” – i pebbles – alla deriva verso il Sole.

Un recente studio pare sorprendentemente rafforzare la prima ipotesi: sino ad oggi, la teoria dell’accrescimento è stata quella più caldeggiata dalla comunità scientifica.

Un nuovo modello per il Sistema Solare

Lo studio in questione, pubblicato su Science Advance a firma del dottor Jan Render del Lawrence Livermore National Laboratory dell’Università della California, parte dallo studio delle anomalie isotopiche di origine nucleo sintetica presenti in alcuni meteoriti formati nella fascia principale di asteroidi.

“Osservando la composizione dei meteoriti provenienti dalla fascia degli asteroidi” afferma Render “abbiamo potuto determinare che i loro corpi originari devono essersi sviluppati da materiali provenienti da posizioni differenti nel primo Sistema Solare”.

Dall’analisi di frammenti rocciosi è risultato che il Neodimio e lo Zirconio presenti nella roccia presentano delle caratteristiche isotopiche tipiche degli elementi che si sono formati prima ancora del Sole. Da qui, confrontando le cosiddette firme isotopiche dei materiali analizzati con i diversi modelli usati per la ricostruzione della formazione del Sistema Solare, il team guidato da Render è riuscito ad ottenere un nuovo modello.

Il modello di formazione del Sistema Solare di Render è una conferma della teoria che vede i pianeti più piccoli del Sistema Solare come formati da collisioni del materiale “embrionale” che pervadeva l’Universo nelle prime fasi di vita della nostra stella.

In quel momento, la formazione dei giganti Giove e Saturno ha prodotto un enorme effetto gravitazionale, responsabile della migrazione dei pianeti più piccoli – che si andavano allora formando.

Il grande “rimescolamento” dei protopianeti del Sistema Solare non è un’ipotesi nuova: esistono teorie, come quella dei Giovi Saltellanti, per esempio, che partono proprio dall’assunto di una grande migrazione dei pianeti più piccoli in seguito all’arrivo – più o meno improvviso – dei giganti gassosi all’interno del Sistema.

Come si è formata la Terra?

Nella ricerca si dimostra che le composizioni isotopiche dei materiali presenti sulla Terra e su Marte sono governate da una miscela di due componenti provenienti dalle regioni più interne del Sistema Solare.

Tra i materiali che sono andati a formare la Terra e Marte, secondo lo studio di Render, ci sarebbero anche i materiali che costituivano il disco interno da cui sarebbero poi originati i meteoriti. Il contributo di materiali provenienti dallo spazio profondo, invece, sarebbe del tutto esiziale, coprendo una piccolissima percentuale.

Le scoperte evidenziate nella ricerca confutano apertamente la teoria dell’accrescimento, almeno per quanto concerne la sorte dei pianeti più piccoli del Sistema Solare, mentre sono esplicitamente “coerenti con la crescita collisionale dagli embrioni del primo Sistema Solare”.

Tra le altre cose, la quasi totale assenza di materiale extra-solare evidenzierebbe l’esistenza di un’efficace barriera a protezione del disco di accrescimento del Sole.